Due testi in apparenza distanti, quelli dell’iraniano Amir Reza Koohestani e dell’ungherese Béla Pintér visti al Festival di Santarcangelo. In realtà figli entrambi di realtà in cui la censura la fa/faceva da padrona. Due voci fuori dal coro, capaci di raccontare un inquietante, impietoso contraddittorio viaggio nel passato e nel presente – Maria Grazia Gregori
Lug182015