Dal romanzo di Lidia Ravera, la pièce diretta da Emanuela Giordano con Lella Costa e Paolo Calabresi mescola con naturalezza il dolore e la felicità, la paura e la scoperta di una nuova capacità d’amare – Maria Grazia Gregori
Metti una scrittrice ironica ma anche molto tosta come Lidia Ravera, da sempre attenta al femminile, giornalista attualmente prestata alla politica (è assessore alla cultura della regione Lazio) e un’attrice come Lella Costa che della donna, dei suoi problemi ha sempre fatto il suo cavallo di battaglia, abituata a convivere sola in scena con un profluvio di parole. Un incontro nato da un denominatore comune e proprio per questo destinato a essere senza mezze misure. Un incontro arricchito dalla presenza di un attore con una sua storia teatrale, televisiva e cinematografica come Paolo Calabresi, tenuto insieme con mano leggera, ma non per questo meno incisiva, dalla regista Emanuela Giordano che firma anche i costumi e le luci.
Il risultato è Nuda proprietà, tratto da un fortunato romanzo di Ravera, Piangi pure (edito da Bompiani), attualmente in scena con successo al Teatro Carcano di Milano. Uno spettacolo che parla del tempo che passa, del desiderio di viverlo fino in fondo, di malattia, di amore, di morte, di felicità, di una donna e di un uomo con – come corollario – una nipote squinternata di lei, e un altro uomo, il filibustiere acquirente della casa in cui la donna vive. Una commedia in cui il dolore e la felicità, la paura e la scoperta di una nuova capacità d’amare vanno di pari passo mescolando con naturalezza opposti all’apparenza inconciliabili fra sorrisi e pensieri e la speranza di riuscire a compiere un tratto di vita insieme.
La protagonista del testo teatrale adattato dalla stessa autrice si chiama Iris ed è una donna che si sente – e in effetti è – ancora in gamba, squattrinata e per questo obbligata a subaffittare una stanza della propria casa a uno psicoanalista sfrattato dal suo studio. Senza pensione e senza un soldo, decide di vendere la casa in nuda proprietà, cioè rimanendoci dentro fino alla morte, che spera lontanissima, anche se con l’acquirente furbetto si finge malandata e con un orizzonte di vita molto corto. Carlo, lo psicoanalista, è abituato da tempo alla solitudine, con la moglie è finita male e quella donna aperta, generosa, che non teme di chiamare le cose con il loro nome, scoperta nei sentimenti grazie a un’assoluta mancanza di riservatezza, finisce per affascinarlo. Ovvio che i due decidano di vivere insieme in una casa movimentata dalle apparizioni della ribelle nipote di lei (una divertente Claudia Gusmano) e dal nuovo proprietario della casa (Marco Palvetti). Poi un giorno ecco la malattia (di lui) a cambiare le carte in tavola, a rendere provvisorio quello che si vorrebbe definitivo, ma con la certezza di avere vissuto e di vivere ancora un vero momento di felicità.
Messo in scena da Emanuela Giordano come un racconto segnato da brevi sospensioni sottolineate dalle musiche di Antonio di Pofi, che scandiscono nella scena iperrealista di Francesco Ghisu i dieci quadri in cui si snoda la storia di Iris e Carlo, Nuda proprietà ha in Lella Costa e in Paolo Calabresi i suoi interpreti d’eccezione. Lei, con quel recitare trafelato e autoironico che le conosciamo, per la prima volta si misura bravamente con uno spettacolo a più voci. Lui con la sua esperienza, i suoi silenzi è l’ideale coprotagonista di questo spettacolo sottile e divertente che ci parla della vita.
Visto al Teatro Carcano di Milano. Repliche fino al 16 marzo 2014. Tournée 2014
Nuda Proprietà
di Lidia Ravera
regia Emanuela Giordano
con Lella Costa, Paolo Calabresi
e con Claudia Gusmano, Marco Palvetti
scene di Francesco Ghisu
musiche di Antonio Di Pofi
produzione La Contemporanea – Mismaonda