Le nuvole

Le nuvole di Aristofane

Dopo aver allestito tempo fa “Le rane”, la Compagnia del Teatro Due di Parma porta in scena un altro meraviglioso testo del commediografo greco antico. Prendendosi alcune licenze ma con esito positivoMaria Grazia Gregori


Aristofane versus Socrate: il grande commediografo che rimpiange il buon tempo antico e i vecchi valori e l’immenso filosofo che educa le menti e i potenti di Atene chiedendosi continuamente il perché delle cose e spingendo prima di tutto a conoscere se stessi. Su questa profonda inimicizia, su questo rifiuto dell’avvento di un pensiero moderno che pensava potesse mettere in crisi la vita sociale e soprattutto destabilizzare i giovani, Aristofane costruisce una commedia “contro” Socrate (in realtà anche contro i Sofisti) mettendo in scena fatti quotidiani: Le nuvole, in scena con successo all’Elfo Puccini di Milano nell’edizione della Compagnia del Teatro Due di Parma che già qualche anno fa si ci è cimentata con un altro testo del commediografo greco, Le rane.

Le nuvole è una commedia sulla crisi non solo dei valori su cui secondo Aristofane si reggeva Atene, ma anche sulla crisi di qualsiasi istituzione a partire dal nucleo primo della società, la famiglia. C’è un padre, Strepsiade, un arricchito che viene dalla campagna sconvolto dalla ribellione del figlio Fidippide che, invece di impegnarsi nella vita, segue le cose che più gli piacciono, a partire dalla passione per i cavalli, riducendo sul lastrico il padre. Non sapendo che pesci pigliare, Strepsiade vorrebbe mandare il figlio a lezione, dietro lauto compenso, da Socrate sperando anche che impari quegli accorgimenti dialettici che gli permetterebbero di gettare fumo negli occhi ai creditori, tenendoli così a bada. Ma prima decide di vedere lui stesso come vanno le cose, venendo così a contatto strettissimo con Socrate che sta seduto a mezz’ aria su di una specie di altalena nel Pensatoio, qui diventato Accademia, circondato e protetto dalle Nuvole che, come gli verrà detto, sono le uniche vere divinità esistenti, protettrici degli intellettuali mentre tutti gli altri dei non esistono. E Strepsiade, dapprima incredulo, si trasformerà ben presto in un adepto entusiasta. Ma Socrate scaccia questo zotico e inconcludente allievo che però decide di imporre al figlio di partecipare alle lezioni al suo posto. E il figlio mostra di capire molto bene le lezioni del filosofo e soprattutto quelle scorciatoie dialettiche che contrappongono il “Discorso giusto” a quello “ingiusto” tanto da picchiare suo padre, spiegandogli, mentre lo fa, di avere tutte le ragioni perché in fin dei conti gli sta restituendo tutte le botte prese da piccolo.

Mi attardo a raccontare la trama delle Nuvole perché il piacevole spettacolo messo in scena e interpretato dai bravi attori del Teatro Due, che si assumono più di un ruolo, si prende qualche libertà nei confronti del testo, a cominciare dalla traduzione, piuttosto libera ma efficace. Ecco allora che ad apertura di sipario ci appare, sull’onda delle musiche di Alessandro Nidi, una macchina scassata (ricordo della macchine usate da Ronconi per Le Rane?)con tanto di altoparlante, sulla quale arrivano dei comici, per rappresentare uno spettacolo. Ma i comici in gonnellino e scarpe con pon pon, citazione della divisa dei soldati che fanno la guardia al Parlamento greco (i costumi sono di Emanuela Dall’Aglio), si trasformano, prendendo altre identità, dopo avere sciorinato i loro trucchi che gli servono per impapocchiare la gente, che non vediamo perché di fatto la loro recita è imbastita innanzi tutto per il volgarotto Strepsiade. Sono i comici dunque a diventare Socrate (Gigi Dall’Aglio),il Corifeo e il Discorso giusto (Roberto Bocelli), il Discorso ingiusto (Marcello Vazzoler) ma anche Strepsiade (Roberto Abbati che indossa un pacchiano cappotto cammello), Filippide dai capelli cotonati (Luca Nucera), le Nuvole, pettegole dalle bianche vesti a volants in tulle (Cristina Cattelani e Laura Cleri).

Con qualche interpolazione dalle opere di Platone come Apologia di Socrate all’inizio, dove il filosofo elenca i motivi per cui è condannato a morte, e come Fedone nel doppio finale, dove beve nobilmente la cicuta, richiamato all’ordine dagli altri comici girovaghi che vogliono riprendere il loro viaggio al più presto. Strepsiade, però, infuriato per essere stato gabbato,versa sulla macchina che prende fuoco della benzina, ma ecco che la pioggia spegne l’incendio e i comici possono scappare in tutta fretta verso un altro luogo, verso un’altra storia.

Visto al Teatro Elfo Puccini di Milano. Repliche fino al 29 marzo 2015

Le nuvole
di Aristofane
interpretato e diretto da Roberto Abbati, Paolo Bocelli, Cristina Cattellani, Laura Cleri, Gigi Dall’Aglio, Luca Nucera, Tania Rocchetta, Marcello Vazzoler
costumi Emanuela Dall’Aglio
musiche Alessandro Nidi
luci Luca Bronzo
produzione Fondazione Teatro Due