In cui si riflette sulla necessità di districarsi tra coincidenze temporali, doni dell’ubiquità e capacità divinatorie nel comprendere acronimi passibili di fraintendimenti e si registra una giusta reazione del pubblico alla sempre più dilagante cafoneria dell’eterno connesso, anche a teatro.– Renato Palazzi
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![I Post di Renato Palazzi](https://delteatro.it/wp-content/uploads/2016/02/tweetseats_3076340b.jpg)
Feb262016