Attore, regista, autore e doppiatore, avrebbe compito 98 anni tra pochi giorni, il 24 gennaio. Il cordoglio di Napolitano. Lunedì i funerali a Roma – E.F.
Si è spento nel pomeriggio di sabato 11 gennaio l’attore di cinema e teatro, nonché autore, regista e doppiatore Arnoldo Foà. Tra pochi giorni, il 24 gennaio, avrebbe compiuto 98 anni. Cordoglio per la scomparsa è stato espresso dal ministro dei Beni culturali, Massimo Bray, e soprattutto dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Con Arnoldo Foà scompare una figura esemplare di artista, di interprete della poesia e del teatro, animato da straordinaria passione civile e capace di trasmettere emozioni e ideali al pubblico più vasto – ha dichiarato il capo della Stato – che ha inoltre reso omaggio “alla sua lunga fatica, al suo forte senso di attaccamento ai valori democratici della nostra Repubblica”, ricordando “con animo commosso le molteplici occasioni di incontro e di profonda sintonia che mi hanno legato a lui”.
Foà è stato un vero protagonista della cultura italiana del Novecento. Nato a Ferrara – la città di Bassani – da famiglia di origine ebraica, aveva frequentato il Centro Sperimentale di Cinematografia fino al 1938, quando le sciagurate “leggi razziali” imposte dal regime fascista lo condannarono all’espulsione. Caparbio, proseguì a lavorare come doppiatore nell’ambito dello spettacolo. Nel 1943, trovandosi a Napoli, divenne annunciatore della radio Alleata durante il tumultuoso periodo che seguì l’armistizio, cominciando la sua carriera teatrale nel 1945 con La brava gente di I. Shaw, cui fecero seguito Delitto e castigo e La luna è tramontata, per la regia di Luchino Visconti. Negli anni seguenti lavorò anche accanto a Strehler e Squarzina. Interprete di oltre cento pellicole sul grande schermo, ha collaborato con Blasetti, Damiani, Orson Welles (nel Processo) e prestato la voce ad Antony Quinn nel capolavoro di Fellini La strada. Capocomico e autore in prima persona di testi drammaturgici, Arnoldo Foà lasciò un segno indelebile anche nel periodo pionieristico della Rai a partire dalla metà degli anni Cinquanta– di cui proprio in questi giorni si celebra il sessantesimo anniversario – partecipando a produzioni che fecero epoca come Piccole donne, la Freccia nera, Capitan Fracassa e David Copperfield, sceneggiati che contribuirono alla formazione del popolo italiano, uscito con le ossa rotte da vent’anni di regime fascista e da una guerra terribile.
Artista poliedrico e curioso, Foà ha praticato anche le arti plastiche, pittura e scultura, partecipando con passione al dibattito politico e culturale del Paese ma anche tenendosene a rispettosa distanza, se si eccettua una breve partecipazione diretta come consigliere comunale del Comune di Roma sotto le insegne Radicali. Appare perciò adeguato il ricordo del ministro Bray, che ha parlato di Foà come di un “protagonista della vita culturale italiana del ‘900”, che ha “riassunto in sé molteplici doti artistiche, esprimendosi sempre con grande sensibilità”.
Lunedì 13 gennaio sarà allestita la camera ardente per coloro che vorranno rendere omaggio all’artista presso la sala della Protomoteca in Campidoglio, a Roma. Nel pomeriggio, tra le 16 e le 17, seguirà il funerale laico.