I cinque capitoli del premiatissimo spettacolo di Antonio Latella inaugurano il Festival delle colline torinesi. A Roma torna la rassegna di teatro omosessuale Garofano verde. Da non mancare anche il debutto di Alessandro Bergonzoni in “Nessi” e le marionette Colla che si cimentano nel goldoniano “La famiglia dell’antiquario” – Renato Palazzi
Si apre domenica primo giugno la diciannovesima edizione del Festival delle Colline Torinesi, uno degli appuntamenti più importanti della primavera: l’inaugurazione al Teatro Astra di Torino coi cinque “capitoli” di Francamente me ne infischio (foto), il premiatissimo progetto di Antonio Latella da Via col vento. Fra gli altri spettacoli delle prime sere, The walk di Renato Cuocolo e Roberta Bosetti, con gli spettatori che seguono a piedi l’attrice per le strade intorno a piazza Castello (2 – 19), Operetta Burlesca di Emma Dante (4 – 6, Teatro Astra), Blondi di Massimo Sgorbani, con Federica Fracassi (5, Teatro Gobetti) seguito dagli altri testi della trilogia “Innamorate dello spavento”, Eva (6), Magda (7).
Martedì 3 al Teatro Elfo Puccini di Milano arriva Alessandro Bergonzoni col suo nuovo spettacolo Nessi: è impossibile, come al solito, provare a riassumere in qualche modo la materia su cui lavora lo spericolato acrobata della parola, sempre più paradossalmente teso verso una sorta di surreale astrazione filosofica, insieme comica e poetica. Il punto di partenza, in questo caso, è l’individuo che esce dai confini del proprio io per creare reti e connessioni con cui mettersi in contatto col resto dell’universo. Stavolta, però – rivela l’artista – il testo a tratti avrà anche l’andamento di una bizzarra confessione esistenziale.
La rassegna “Garofano Verde, scenari di teatro omosessuale”, curata da Rodolfo Di Giammarco, si apre mercoledì 4 al Teatro Argentina di Roma con un appuntamento inconsueto, Pippo Delbono che per la prima volta si misura con un testo di Bernard-Marie Koltès, e precisamente col monologo La notte poco prima della foresta. Seguiranno uno “studio” sul romanzo Thérèse e Isabelle di Violette Leduc, con Isabella Ragonese e Roberta Lanave, adattamento e regia di Valter Malosti (il 6) e Caro George, un testo di Federico Bellini sul suicidio dell’amante di Francis Bacon, con Giovanni Franzoni diretto da Antonio Latella.
Le marionette possono competere con gli attori in carne e ossa nell’affrontare i chiaroscuri delle commedie di Goldoni? La compagnia Carlo Colla e Figli lancia la sua garbata sfida nella sala che ha accolto alcuni memorabili allestimenti goldoniani, il Teatro Grassi di Milano, dove da mercoledì 4 rappresenta un testo dai toni amarognoli, La famiglia dell’antiquario. La messinscena, meno “grandiosa” del solito – solo venti marionette in azione – è però l’occasione di un’insolita sperimentazione: la scena, che riproduce l’interno di un palazzo veneziano, è infatti divisa in tre diversi spazi, tre stanze che si possono utilizzare simultaneamente.