Albe d’Inferno

Comincia a Ravenna l’impegnativo ciclo di rappresentazioni delle tre cantiche della “Divina Commedia” allestito dal Teatro delle Albe. Giunge a Milano il “Macbetto” in lingua sarda di Alessandro Serra ed “Esodo” di Valentino Mannias. Sempre a Milano, per i 70 anni del Piccolo, il “Riccardo III” di Shakespeare diretto da Thomas Ostermeier. A Torino va in scena l’omaggio a Umberto Eco con “Il nome della rosa” adattato da Stefano Massini e diretto da Leo Muscato. A Roma, Sergio Pierattini, con l’asciutta regia di Peppino Mazzotta, ripropone “Ombretta Calco” con la brava Milvia MariglianoRenato Palazzi

Arriva preceduto da giudizi molto positivi Macbettu, la versione in lingua sarda del dramma shakespeariano, da martedì 23 alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano: Alessandro Serra, talentuoso regista del gruppo Teatro Persona, di cui si ricordano dalle raffinatissime creazioni ispirate al mondo di Proust, al Trattato dei manichini di Schulz, alle sculture di Giacometti, traspone la vicenda – interpretata da soli uomini – in una Barbagia immaginaria, tra riti ancestrali, pelli, maschere. Nelle stesse sere il bravo Valentino Mannias presenta il suo Esodo, omaggio allo scrittore Sergio Atzeni, scomparso nel ’95 a soli quarantadue anni.

Personalmente nutro qualche sospetto nei confronti dell’operazione, ma la segnalo perché è un appuntamento comunque atteso, che prima ancora di essere approdato alla ribalta fa discutere: da martedì 23 lo Stabile di Torino rende omaggio a Umberto Eco con una versione teatrale del Nome della rosa, nell’adattamento di Stefano Massini e per la regia di Leo Muscato. Le scene sono di Margherita Palli, i costumi di Silvia Aymonino. Fra gli interpreti, Luca Lazzareschi nel ruolo di Guglielmo di Baskerville – impersonato sullo schermo da Sean Connery – Luigi Diberti, Renato Carpentieri, Eugenio Allegri, Giovanni Anzaldo.

Ombretta Calco è un bel monologo di Sergio Pierattini, che scruta nell’intimità di una donna assolutamente comune, una matura signora col suo carico di aspettative e delusioni, cogliendo alcune svolte cruciali della sua vita, che forse è la vita di tutti noi. Lo spettacolo, in programma da mercoledì 24 al Piccolo Eliseo di Roma, pone in luce la sapiente scrittura di Pierattini, che riesce a catturare con sorprendente immediatezza l’informalità del parlato quotidiano. Ma sono da sottolineare anche l’asciutta regia di Peppino Mazzotta, la suggestiva scena di Roberto Crea e soprattutto la trascinante interpretazione di Milvia Marigliano.

Giovedì 25, al Teatro Rasi e in altri spazi di Ravenna, debutta l’Inferno del Teatro delle Albe, prima tappa di un colossale ciclo di rappresentazioni delle tre cantiche della Divina Commedia che si svilupperà con cadenza biennale fino al 2021, settecentesimo anniversario della morte di Dante. Il progetto, ideato da Ermanna Montanari (nella foto) e Marco Martinelli per il Ravenna Festival, è incentrato soprattutto su una dimensione potentemente collettiva, che vedrà impegnati undici cori di seicento cittadini chiamati ad affiancare gli attori nel dare vita al popolo dei dannati, metafora dell’Italia di allora e di oggi, coi suoi vizi e le sue divisioni politiche.

Per la breve rassegna di spettacoli internazionali che il Piccolo Teatro di Milano ha organizzato in occasione dei festeggiamenti per i suoi settant’anni di vita, giovedì 25 va in scena al Teatro Strehler il Riccardo III prodotto dalla Schaubühne di Berlino e diretto da Thomas Ostermeier. L’adattamento di Marius von Mayenburg cala vertiginosamente il dramma shakespeariano nel mondo di oggi, mentre l’istrionica interpretazione dell’attore Lars Eidinger, che ostenta finte deformità e gobbe vistosamente posticce, fa del protagonista la maschera di una sinistra smania di potere, specchio dei nostri impulsi e desideri più segreti.