Africa Israele Italia così si danza a Rovereto

Dal 30 agosto all’ 8 settembre con un’appendice a fine ottobre per la riapertura del Teatro Zandonai, a Rovereto per la 34 edizione si rinnova la magia della scoperta di Oriente-Occidente-

 

Tradizionale appuntamento di fine estate lo storico festival Oriente Occidente da trentaquattro anni a Rovereto – e Trento– mette a confronto esperienze estetiche culture e storie, spesso rivelando al suo pubblico le principali tendenze del teatro di danza ‘global’ del nostro tempo.

Dopo la gloriosa stagione del Tanztheater e quella della danza fusion ora lo sguardo punta con particolare attenzione alla vivace nuova generazione di coreografi e interpreti formatisi in Israele e oggi attivi a livello internazionale. Si è insediato in Spagna Sharon Friedman che alle 6 del mattino del 31 agosto alla Campana dei Caduti di Rovereto propone una performance per corpi voci e suoni aperta a tutti per scoprire una nuova connessione con la natura madre. Vive in Israele ma lavora in tutto il mondo Sharon Eyal, musa di Ohad Naharin e oggi autrice, con il marito Gal Behar, di un teatro di danza molto fisico, visionario, forte e ipnotico. Con la loro compagnia L-E-V ( Cuore in ebraico) Eyal e Behar presentano sempre il 31 in prima nazionale House, creato per Batsheva nel 2011 e ampliato per la loro formazione due anni dopo.

Da molto tempo insediato in Francia l’israeliano Emmanuel Gat è considerato tra gli autori più creativi dell’ultima onda. A Rovereto porta in prima nazionale arriva la creazione firmata per Montpellier 2014, Plage Romantique, definito una sorta di musical coreografico per dieci interpreti ( 3 settembre), mentre il 7 arriva da Gerusalemme la compagnia Vertigo, storica compagnia d’autore guidata dalla coppia Noa Wertheim e Adi Sha’hal che proprio a Oriente Occidente festeggerà il suo ventennale con un lavoro antologico, Vertigo 20.

Dall’ Africa sono in cartellone due proposte : quella del congolese DelaVallet Bidegono, cantante percussionista e coreografo, considerato un pioniere della danza contemporanea africana, che con Au-delà, presentato al Festival di Avignone nel 2013, racconta il rapporto con la costante presenza della morte della sua terra ( 1 settembre), seguita dal gruppo che unisce danzatori e musicisti jazz di Johannesburg, chiamato Via Sophiatown dal ghetto simbolo della lotta all’apartheid, che a Oriente Occidente presenta la vivace commedia musicale Via Katlehong Dance.

Gli italiani sono invece rappresentati da Balletto Civile con la novità In-erme e l’ormai immancabile Virgilio Sieni, con un estratto dalla sua Passione secondo Matteo e Esercizi di Primavera.

Il ricchissimo cartellone- che vede anche un concorso, mostre, dibattiti con intellettuali e politici, workshop e altro, vede infine due compagnie europee come i britannici Candoco, paladini del teatro della disabilità e Wim Vandekeybus che a Rovereto inizia il suo lungo tour italiano con il revival del lavoro che ne rivelò la forza iconoclasta, What the body does not remember, anno di creazione 1987 e con un appendice di gran classe per la riapertura del bel Teatro Zandonai, a fine ottobre, quando la mirabile coppia Silvia Azzoni e Alexander Riabko si esibirà in un raffinato programma con alcuni loro colleghi di Hamburg Ballet.

Calendario completo, informazioni e biglietti su www.orienteoccidente.it

https://www.youtube.com/watch?v=vGRsQGJBvZk#t=11