Chi ha paura di Virginia Woolf?

Virginia Woolf fa ancora paura

L’allestimento del capolavoro di Edward Albee, “Chi ha paura di Virginia Woolf?”, curato da Arturo Cirillo con ottimi interpreti, crea un’inquietante ragnatela di rimandi, suggerendo dei non detti che bruciano oggi come 50 anni faMaria Grazia Gregori


Fra gran bevute e botte psicologiche – ma a ben pensarci potrebbero essere anche fisiche – è di scena al Tieffe Teatro Chi ha paura di Virginia Woolf?,considerato il capolavoro dell’americano Edward Albee, sicuramente il suo testo più famoso e fortunato di cui si ricorda il celeberrimo film con Richard Burton e Liz Taylor e, sulle nostre scene, le due edizioni con Sarah Ferrati ed Enrico Maria Salerno e con Mariangela Melato e Gabriele Lavia. Un ring non solo immaginario dove si mostra la lotta senza esclusione di colpi di una coppia di sposi maturi di fronte agli occhi di una coppia più giovane ma che già si mostra avviata, senza speranza, sulla stessa strada di una totale incomprensione.

Questa violenza a fior di pelle, gratuita ma anche stolidamente e disperatamente reale credo abbia affascinato Arturo Cirillo, che ne firma l’incisiva, intelligente regia, per la forza non solo emotiva e verbale ma proprio fisica e cerebralmente crudele che guida i personaggi. Nella bella, vitale traduzione di Ettore Capriolo, Chi ha paura di Virginia Woolf? (1962) la pazza serata di Martha e George, di Honey e Nick, si trasforma nel paradigma di due coppie senza punti di riferimento se non la voglia di farsi del male, di mettersi ancora più profondamente in un equilibrio delicato nel vivere la propria vita proprio come il mondo che li circonda dove sedie, divani, poltrone, tavoli, corpi, bicchieri, bottiglie scivolano su e giù suggerendoci l’immagine di un sabba infernale, sottolineato da una colonna musicale che mescola Schubert alla musica pop.

A dominare questa scena (di Dario Gessati) in movimento sta, come un totem, un massiccio mobile-bar, meta privilegiata dei passi perduti dei quattro personaggi. Martha e George arrivano dalla platea, nel buio. Lei, Martha (un’umanissima, carnale Milvia Marigliano), figlia del Rettore dell’Università, è piena di voglie e di fantasie che vorrebbe soddisfare in nome anche di un’antica bellezza che se ne sta andando; lui, George (una bella prova di Arturo Cirillo, che arricchisce la sua galleria di personaggi segnati da un’inquietudine segreta), professore di storia che non è mai riuscito a salire di grado, è lo zimbello prediletto della moglie che tuttavia umilia con sottile perfidia. Fra i due, l’invenzione di un figlio fantasma che si attende per il suo compleanno, del quale un finto telegramma decreterà la morte. Il giovane, palestrato Dick (un grintoso, convincente Edoardo Ribatto) è biologo e proprio per questo, come dice Martha che vuole portarselo a letto, avrà più possibilità di fare carriera di quanta non ne abbia avuta quell’umanista di suo marito. Sua moglie Honey (Valentina Picello, che ben sottolinea l’inquietudine del personaggio), ricca ragazza, sposata perché creduta incinta (ma era una “gravidanza isterica”) è pronta a tutto pur di non rimanere incinta e intanto si ubriaca e continua a vomitare. I quattro si sono trovati nella casa di Martha e di George dopo una festa ,invitati della donna e subito intuiamo che le cose precipiteranno ben presto, aldilà delle pareti di tende formate da corde leggere che ce li rendono, sempre e ovunque visibili.

La regia di Cirillo crea attorno ai quattro una crescente atmosfera di angoscia, un’attesa spasmodica in grado di portare finalmente alla catarsi le due coppie. Non sarà così: anche se fra i quattro sembra regnare la calma e tutti sono pronti a riprendersi i propri ruoli sociali. La tragedia è impossibile nella società americana superficiale ed edonista, ci suggerisce l’autore. Ma, almeno così a me pare, non per il regista, che crea un’inquietante ragnatela di rimandi, suggerendo dei non detti che bruciano sotto una storia di cui intuiamo la fragilità. Da vedere.

Visto al Tieffe Teatro Menotti di Milano. Repliche fino al 24 maggio 2015

Chi ha paura di Virginia Woolf?
di Edward Albee
con Milvia Marigliano e Arturo Cirillo,Valentina Picello, Edoardo Ribatto
scene Dario Gessati
costumi Gianluca Falaschi
luci Mario Loprevite
regia Arturo Cirillo
Produzione TieffeTeatro