In occasione dell’Expo 2015, il balletto che nel 1881 celebrò le conquiste del progresso e del genio italico. Un kolossal che vedrà di nuovo in scena l’étoile russa Alina Somova con il principal del Royal Ballet Federico Bonelli – Enzo Fragassi
La vetrina internazionale dell’Expo 2015 in corso a Milano è stata colta con tempismo perfetto dalla Scala, che ripropone, dall’11 al 25 luglio, il balletto Excelsior, vero kolossal tardo ottocentesco partorito con fervido patriottismo e afflato progressista da Luigi Manzotti (autore di libretto e coreografia), con le musiche di Romualdo Marenco e le scene di Alfredo Edel. Un kolossal che, pur rimaneggiato nei numeri (e nei costi davvero proibitivi), fu riproposto nel 1967 da Filippo Crivelli (regia), Ugo Dell’Ara (coreografie), Giulio Coltellacci (scene e costumi), Fiorenzo Carpi e Bruno Nicolai (revisione musicale) ritornando alla Scala più volte, l’ultima nel 2012. Comunque, i numeri destano ancora oggi impressione: 150 gli artisti in scena, di cui 90 ballerini e una ventina di allievi della Scuola di Ballo scaligera.
Nella recita d’esordio e nelle repliche del 13 e 15 luglio (direttore David Coleman) sarà possibile apprezzare il ritorno sulle scene scaligere dell’étoile del Teatro Mariinskij di San Pietroburgo Alina Somova, accanto a un partner d’eccezione come Federico Bonelli, principal del Royal Ballet che calca il rinnovato palcoscenico del Piermarini dopo una lunga assenza. Nelle stesse date, il cast vedrà in scena anche Marta Romagna, Mick Zeni, Virna Toppi e Antonina Chapkina. Insomma, una festa per gli occhi e per le orecchie (QUI tutti i dettagli).
Il “ballo grande” Excelsior, balletto all’italiana che celebra con ottimismo il passaggio dall’Ottocento al Novecento mediante le conquiste della tecnica e del progresso sociale, debuttò nel 1881 in occasione dell’Esposizione Nazionale di Milano. Protagonisti sono Luce, Oscurantismo, Civiltà, Fama, Valore, Invenzione, Concordia, Costanza, evocati dagli eroi del progresso scientifico e tecnologico del tempo, come l’italiano Alessandro Volta (quello della “pila”) o il francese Papin, accreditato come “inventore della prima macchina a vapore”. In effetti, gli ultimi tre decenni dell’Ottocento e il primo decennio del Novecento furono caratterizzati da un grande sviluppo tecnologico accompagnato da radicali trasformazioni sociali: molte delle invenzioni che ancora oggi ci supportano nella vita di ogni giorno videro la luce (elettrica!) in quel periodo. È dunque perfettamente comprensibile l’entusiasmo, forse un po’ ingenuo e “all’ingrosso” che riempiva i cuori di Manzotti, Marenco ed Edel, in sintonia con il clima da “Belle Époque” incipiente.
Giusto quindi, ancora oggi, lasciarsi ammaliare dai 32 fondali che accompagnano gli undici quadri in cui si articola il “ballo grande”, che ci trasportano dalla Spagna del “siglo de oro” (e della Santa Inquisizione) al villaggio ove Denis Papin sperimenta la prima macchina a vapore; fino a New York col ponte di Brooklyn, a Suez per l’inaugurazione del canale eponimo e naturalmente sul Moncenisio, dove il crollo dell’ultimo diaframma di roccia suggella l’amicizia tra Francia e Italia. E via con travolgenti galop e danze di gruppo, fra lo sventolio di bandiere di tutto il mondo, datesi convegno per celebrare Progresso, Fraternità e Amore universale, alla luce di un radioso Avvenire.
Fra le nove recite che segnano il ritorno di Excelsior alla Scala per Expo 2015, segnaliamo la pomeridiana di sabato 18 luglio (ore 14,30), con biglietti venduti al 50% su tutte le disponibilità di posti. Protagonisti di questa recita saranno Antonina Chapkina (la Luce), Marco Agostino (l’Oscurantismo), Virna Toppi (la Civiltà), Nicola Del Freo (lo Schiavo) Marta Romagna (la Mora Indiana) e Antonella Albano (la Folgore).