Drammi argentini

“Il caso della famiglia Coleman” di Claudio Tolcachir è in scena a Roma per la regia dello stesso autore, mentre “Purgatorio” di Ariel Dorfman si rappresenta a Milano diretto da Carmelo Rifici. Curiosamente, “Disgraced” del premio Pulitzer Ayad Akhtar, è contemporaneamente su due palcoscenici con due cast diversi, a Torino e Genova. A Milano, debutta “Tropicana”, nuovo lavoro di Frigo Produzioni. Infine Giancarlo Cauteruccio firma a Firenze una performance/spettacolo multidisciplinare dedicata al genio di Filippo BrunelleschiRenato Palazzi


Dopo un lungo e travagliato iter produttivo, Tropicana, la nuova proposta di Frigo Produzioni – il gruppo milanese che si era fatto conoscere con il graffiante SocialMente – approda da domenica 8 al Teatro i di Milano: ispirato a una celebre canzone degli anni Ottanta, caratterizzata dal divario fra il motivo orecchiabile, tormentone dell’estate, e il contenuto apocalittico, lo spettacolo gioca proprio su questo contrasto per tracciare lo stralunato affresco di un’epoca, mentre i quattro attori, Francesco Alberici, Salvatore Aronica, Claudia Marsicano e Daniele Turconi, partono dall’analisi del testo per interrogarsi sul senso del proprio lavoro in un contesto così privo di una vera capacità di ascolto.

Disgraced dell’autore americano di origini pakistane Ayad Akhtar, premio Pulitzer nel 2013, è un testo sulla complessa convivenza tra culture e religioni: un ricco avvocato newyorkese di origini pakistane e di famiglia musulmana, sposato con una pittrice affascinata dall’Islam, si trova coinvolto, durante una cena, in un serrato confronto con un mercante d’arte ebreo e la sua giovane moglie afroamericana. Curiosamente, la stessa pièce va in scena contemporaneamente in due versioni diverse: una diretta dal regista austriaco Martin Kušej, con Paolo Pierobon, Fausto Russo Alesi e Anna Della Rosa, al Carignano di Torino da lunedì 9; una curata da Jacopo Gassman, con Hossein Taheri, Francesco Villano e Lisa Galantini, al Teatro della Tosse di Genova da martedì 10.

Il caso della famiglia Coleman (foto) è il testo che ha dato fama, in Italia, a Claudio Tolcachir, autore e regista argentino che realizza le proprie creazioni in un teatro ricavato nel suo appartamento di Buenos Aires. È un acre ritratto dell’Argentina dei nostri anni, colto attraverso le perfidie e gli sconquassi di uno strambo nucleo famigliare composto da una madre squinternata, una nonna e quattro figli nati tutti da padri diversi, uno dei quali, il disadattato Marietto, abbandonato da tutti quando si scoprirà che è malato di leucemia. Rappresentato da anni in tutto il mondo, lo spettacolo originale, firmato dallo stesso Tolcachir, torna in scena da lunedì 9 al Teatro Argentina di Roma.

Purgatorio è un dramma forte e inquietante di Ariel Dorfman, drammaturgo argentino trapiantato nel Cile di Salvador Allende: in un luogo imprecisato che potrebbe essere una clinica psichiatrica, un carcere o un ipotetico aldilà, dal quale non si può fuggire perché si finirebbe comunque col tornarvi, una donna e un uomo che forse sono Medea e Giasone devono sottoporsi a un doloroso percorso di ricerca di sé, condannati a tormentarsi e sostenersi a vicenda perché soltanto insieme potranno riscattarsi dalle proprie colpe. La bella regia è di Carmelo Rifici, i due interpreti sono Laura Marinoni e Danilo Nigrelli. Lo spettacolo è in programma da mercoledì 11 al Teatro Franco Parenti di Milano.

Giancarlo Cauteruccio, veterano e maestro di un teatro di ricerca basato su sofisticate tecnologie visive, celebra il genio di Filippo Brunelleschi con una performance di teatro/architettura ideata per la facciata dell’Ospedale degli Innocenti, in programma da mercoledì 11 a venerdì 13 nella piazza della Santissima Annunziata, a Firenze: Muovere un cielo pieno di figure vive – il titolo è preso dalle Vite del Vasari – fa interagire le geometrie del capolavoro brunelleschiano con proiezioni digitali e con le azioni di giovani attori, danzatori, artisti, pattinatrici, a cui si unisce il coro di voci bianche del Maggio Musicale Fiorentino.