Arturo Cirillo in "Scende giù per Toledo"

Scende giù per Toledo

Arturo Cirillo protagonista nel monologo di Patroni Griffi, in scena a Milano. Come “Sogni di una notte di mezza sbornia”, interpretato da Luca De Filippo. A Scandicci, nel centenario del capolavoro poetico di Dino Campana, debutta invece “Canti orfici / Visoni”,  diretto da Giancarlo Cauteruccio. Scopri i prossimi debuttiRenato Palazzi

Triplo appuntamento all’Elfo Puccini di Milano: in sala Bausch, fino al 21 dicembre, è in scena Il marito smarrito, una rilettura contemporanea del George Dandin di Molière firmata da Filippo Renda col bravo Matthieu Pastore. In sala  Shakespeare, da venerdì 12, torna Frost/Nixon di Peter Morgan, uno degli spettacoli di maggior successo di questi anni. In sala Fassbinder, da martedì 16, arriva Scende giù per Toledo,  un adattamento in forma di monologo del romanzo di Giuseppe Patroni Griffi su un travestito napoletano, interpretato e diretto da Arturo Cirillo (foto).

Nell’altra “multisala” milanese, il Teatro Franco Parenti, da venerdì 12 a domenica 6 gennaio Luca De Filippo presenta Sogno di una notte di mezza sbornia, una commedia di Eduardo liberamente tratta da un testo del 1936, La fortuna si diverte del livornese Athos Setti: al centro della trama un uomo che, in preda ai fumi dell’alcol, riceve in sogno la visita di Dante Alighieri, che gli comunica i numeri vincenti del lotto, che corrispondono però anche alla data della sua morte ormai prossima. Protagonista è lo stesso Luca, mentre la regia è di Armando Pugliese.

A compimento di un ciclo di progetti dedicati al centenario della pubblicazione dei Canti orfici, il Teatro Studio di Scandicci propone da sabato 13 uno spettacolo tratto dall’opera di Dino Campana, e ispirato soprattutto ai temi della natura e del paesaggio: Canti orfici / visioni è un “concerto teatrale” che si avvale della drammaturgia di Andrea Cortellessa, della regia di Giancarlo Cauteruccio e dell’interpretazione di Michele Di Mauro, affiancato da sette giovani attori. La scenografia di Paolo Calafiore, realizzata in una particolare carta ignifuga, riproduce fisicamente le pagine del libro, come colto nel suo farsi.

Una delle realtà più interessanti del nuovo teatro italiano, la compagnia Biancofango, presenta da martedì 16 al Teatro India di Roma Romeo e Giulietta ovvero la perdita dei padri, una trasposizione in chiave attuale della vicenda shakespeariana che sottolinea la mancanza di comunicazione tra le generazioni: a interpretarla, in un progetto di drammaturgia dello sport che trasforma gli scontri tra Montecchi e Capuleti in partite di pallone, è un gruppo di adolescenti affiancati da due attori adulti nei ruoli dei padri. La regia è di Francesca Macrì, che cura anche l’adattamento del testo con Andrea Trapani.

Natale in casa Ivanov è il titolo di una pièce russa scritta nel 1938 da Alexander Vvedenskij, un autore che fu anche incarcerato nel pieno delle campagne letterarie a favore del realismo socialista: è un testo bizzarro e paradossale, precursore del teatro dell’assurdo, in cui si rappresenta la vigilia di Natale di una famiglia borghese, i cui sette figli hanno un’età che svaria da uno a ottantadue anni: lo si può vedere, nell’allestimento del regista croato Oliver Frljić, uno dei talenti emergenti della scena europeo di oggi, da giovedì 18 a domenica 21 al Teatro Metastasio di Prato.

Scende giù per Toledo