Lo “Studio sul Simposio di Platone” di Andrea De Rosa indaga sullo scadimento dell’eros. Manuela Lo Sicco e Veronica Lucchesi sui pedali in “Tandem”. Jacopo Gassman debutta alla regia con un testo di Juan Mayorga, “La pace perpetua”. Infine Binasco/Marescotti in un raffinato omaggio al poeta romagnolo Raffaello Baldini – Renato Palazzi
In una settimana in cui scarseggiano i grandi appuntamenti, sono da segnalare soprattutto degli interessanti debutti nelle sale milanesi, a ulteriore testimonianza di un momento di ritrovata vitalità del panorama teatrale cittadino.
Nel Simposio – o Convivio – di Platone cinque pensatori dell’antichità dissertano puntigliosamente sull’amore, sulle differenze dei sessi, sulle passioni celesti e carnali. Il regista Andrea De Rosa porta in scena quel dibattito filosofico così com’è, coi suoi squarci visionari e le sue buffe pedanterie, prendendolo come spunto per una riflessione, insieme ironica e desolata, sull’odierna decadenza dell’eros, nel tempo della commercializzazione dei desideri e della pornografia. Da martedì 4 nella Sala Grande del Teatro Franco Parenti (vedi foto. N.d.T.).
Sabino Civilleri e Manuela Lo Sicco, attori storici di Emma Dante, hanno creato un paio d’anni fa uno spettacolo basato solo sugli esercizi sportivi di tredici ragazzi impegnati in un allenamento di pallacanestro, l’applauditissimo Educazione fisica. Oggi i due sono autori e registi – la Lo Sicco anche protagonista, con Veronica Lucchesi – di un nuovo lavoro, Tandem, basato su due figure femminili che pedalano nella corsa immobile della loro doppia bicicletta, una corsa nel tempo, nella memoria, più che uno spostamento nello spazio. Da mercoledì 5 al Teatro i.
Lo spagnolo Juan Mayorga si è rivelato uno degli autori più lucidi e pungenti di questi anni: il suo testo La pace perpetua è incentrato su dei protagonisti piuttosto insoliti, quattro cani – cani parlanti, cani antropomorfi – in competizione fra loro durante l’addestramento militare per entrare a far parte di una speciale unità cinofila d’élite. La piéce è stata messa in scena con successo da un esordiente di spicco, il trentaquattrenne Jacopo Gassman, il più giovane dei quattro figli di Vittorio: lo spettacolo è in programma da mercoledì 5 all’Elfo Puccini.
Raffaello Baldini è stato un raffinato poeta romagnolo – cultore della parlata della sua Santarcangelo, in una terra dove le lingue cambiano nel raggio di pochi chilometri – e un autore teatrale di sottile ironia. Nel suo ultimo monologo, La fondazione, ha immaginato un personaggio che non butta via nulla, che conserva i più irrilevanti resti del passato, sognando una Fondazione che tenga in vita la memoria delle cose più sfuggenti, persino dei pensieri: ad affrontarlo, per la regia di Valerio Binasco, è un attore conterraneo e già amico di Baldini, Ivano Marescotti. Da giovedì 6, nella sala AcomeA del Teatro Franco Parenti.