Il nuovo progetto teatrale di Lucia Calamaro debutta a Roma. A Milano in arrivo il grande regista russo Lev Dodin. A Sesto Fiorentino torna l’appuntamento con il festival Intercity, mentre a Valsamoggia (Bo), il Teatro delle Ariette ripropone la rassegna Teatro nelle case. Scopri gli altri imperdibili debutti della settimana – Renato Palazzi
Al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino è iniziato il festival Intercity, storico osservatorio su realtà emergenti della scena internazionale: fra i titoli delle prossime sere, Antiwards del gruppo ceco Spitfire Company, una riscrittura – fra danza, musica, physical theater – dell’atto unico L’udienza di Václav Havel (venerdì 3, sabato 4), Hamlet private, un incontro ravvicinato col personaggio shakespeariano riservato a un solo spettatore (4, 5), The grandfathers, un testo dell’inglese Rory Mullarkey sulla vita militare e sulla guerra, regia di Iacopo Reggioli (5).
Si sta svolgendo in diverse località del comune di Valsamoggia, sulle colline bolognesi, A teatro nelle case, il piccolo festival d’autunno del Teatro delle Ariette. Fra le altre proposte in programma, la compagnia Cuocolo-Bosetti presenta The walk (venerdì 3, sabato 4), i Babilonia Teatri Made in Italy (3) e Pinocchio (4), mentre domenica 5 è la volta di Giuliano Scabia con Albero stella di poeti rari. Il 9 e il 10 il Teatro delle Ariette conduce invece gli spettatori in cima a un colle per vivere un’esperienza gastronomico-paesaggistica, Sul tetto del mondo.
Luigi Dadina è da sempre l’attore protagonista maschile degli spettacoli del Teatro delle Albe, il contastorie romagnolo di Griot-Fulèr, il possente, ossessivo grande vecchio di Stranieri, l’indomito padre del ciclista nel recente Pantani. Da venerdì 3 Dadina porta alla ribalta – a fianco di Michela Marangoni – un testo scritto da lui con Laura Gambi, Amore e anarchia, in cui ricostruisce le vicende di una coppia di anarchici ravennati tra Ottocento e Novecento, Maria Luisa Minguzzi e Francesco Pezzi. Il debutto allo spazio Vulkano di San Bartolo.
Dopo il successo de L’origine del mondo, che ha vinto nel 2012 tre premi Ubu, Lucia Calamaro torna a calarsi nelle inquietudini di una donna di oggi: quarantenne, disoccupata e circondata da amici altrettanto precari, Federica – la protagonista di Diario del tempo I: l’epopea del quotidiano (foto), prima parte di un progetto in divenire – è l’emblematica esponente di una generazione impantanata nei propri vuoti esistenziali. Lo spettacolo, che debutta martedì 7 al Teatro India di Roma, è interpretato da Federica Santoro, Roberto Rustioni e dalla stessa Calamaro.
A tre anni dall’ultima apparizione sulle ribalte milanesi, torna al Piccolo Teatro Lev Dodin con la sua compagnia del Maly Teatr di San Pietroburgo. Il grande regista e maestro russo, che negli anni del regime sovietico affrontava soltanto testi contemporanei, considerando un lusso inopportuno cimentarsi coi capolavori del passato, negli ultimi anni ha dedicato una particolare attenzione ai classici: e proprio un classico è il testo che porta da martedì 7 al Teatro Grassi, Intrigo e amore di Schiller, il dramma sul conflitto tra potere e sentimento da cui Verdi ha ricavato la Luisa Miller.