Il Giardino di Lev, 23 anni dopo

Il maestro Dodin torna a Milano con una nuova messinscena del “Giardino dei ciliegi” di Cechov, già affrontato nel ’94. Da vedere anche “L’importanza di chiamarsi Ernesto” di Oscar Wilde, regia di Bruni e Frongia; “La nostra violenza e la vostra violenza” del croato Oliver Frljić e l’irriverente “Enrico IV” di Pirandello diretto e interpretato da Carlo Cecchi. A Roma Giorgio Barberio Corsetti affronta da par suo il “Re Lear” di ShakespeareRenato Palazzi

Da giovedì 23 al Teatro Strehler di Milano torna il grande maestro Lev Dodin con una messinscena del Giardino dei ciliegi (foto), protagonista Xsenia Rappoport con gli attori del Maly Teatr. Dodin aveva già realizzato un Giardino dei ciliegi nel ’94, e sarà interessante verificare cosa è cambiato nella sua interpretazione da allora, in un quadro – anche storico – completamente diverso. Ogni volta che si è accostato a un’opera di Cechov – da Commedia senza titolo a Zio Vanja a Tre sorelle – il regista siberiano d’altronde ha lasciato immancabilmente un segno profondo.

Come è sua abitudine, Giorgio Barberio Corsetti affronta il Re Lear di Shakespeare in una chiave visionaria e sperimentale, ricorrendo a tecnologie innovative e coinvolgendo il pubblico in momenti di drammaturgia itinerante. È un Lear di oggi, quello che il regista propone da martedì 21 al Teatro Argentina di Roma, la favola cupa di un’epoca funestata da crisi economiche e tempeste finanziarie, in cui il re si illude si sfuggire alle proprie responsabilità politiche alla ricerca di una dimensione individuale. Protagonista Ennio Fantastichini, affiancato fra gli altri da Michele Di Mauro, Roberto Rustioni, Francesca Ciocchetti, Sara Putignano.

Proseguendo nel loro progetto sulla figura e l’opera di Oscar Wilde, iniziato con Atti osceni di Moises Kaufman, la ricostruzione dei tre processi allo scrittore, Ferdinando Bruni e Francesco Frongia entrano nel vivo della caustica e brillantissima scrittura di Wilde presentando, da venerdì 17 all’Elfo Puccini di Milano, L’importanza di chiamarsi Ernesto, la sua commedia più emblematica, interpretata fra gli altri da Ida Marinelli, Elena Russo Arman, Riccardo Buffonini, Cinzia Spanò, Luca Toracca. Da martedì 21 Bruni riprende la sua lettura del Fantasma di Canterville.

Il regista croato Oliver Frljić è una delle figure più “scomode” e controverse della scena europea di oggi. Ben noto ai frequentatori dei festival, non è ancora arrivato a colpire l’attenzione del grande pubblico: ma questo La nostra violenza e la vostra violenza, in scena sabato 18 e domenica 19 al Teatro La Cucina di Milano per la stagione di Zona K., una piccola realtà particolarmente aperta alle esperienze internazionali, potrebbe essere l’occasione per scoprirne i temi forti, l’Europa dei muri e del respingimento dei profughi, che soprattutto all’Est ha sollevato minacce, contestazioni, denunce.

Da vedere, da venerdì 17 al Teatro Franco Parenti di Milano, il personalissimo, irriverente Enrico IV diretto e interpretato da Carlo Cecchi, un ulteriore, beffardo approccio da parte dell’attore-regista alle elaborate elucubrazioni intellettuali del mondo pirandelliano.