Toni e Peppe Servillo in "La parola canta"

Quando la parola canta

Toni e Peppe Servillo di nuovo insieme in scena per uno spettacolo-concerto che porta Napoli ne cuore, fedele non tanto alla filologia ma al sentimento della lingua, alla felicità della parola, commovente sempreMaria Grazia Gregori

Ne hanno fatta di strada i due fratelli Servillo, Toni e Peppe,  rispetto alla loro precedente spettacolo-concerto intitolato Sconcerto, recitato proprio qui, al Teatro Strehler di Milano, dove in questi giorni presentano La parola canta, recital di parole e canzoni che alternano alle recite di Le voci di dentro, commedia di Eduardo De Filippo che fra poco chiuderà la sua vita dopo due anni ininterrotti di successi in tutto il mondo.
Un magnifico duello a due combattuto con il contributo dei bravissimi musicisti del Solis String Quartet, fra applausi e richieste di bis di un pubblico entusiasta con tanto di standing ovation. In scena con loro, di fianco a loro, legata indissolubilmente a loro, c’è un’altra interprete che non vediamo ma di cui percepiamo la forte presenza.  È Napoli, quella della canzoni d’amore e dei guappi, Napoli regale e poverissima, Napoli dalle tante lingue e delle tante voci, Napoli madre e matrigna, Napoli corrotta e superba, Napoli calpestata e orgogliosa, che si materializza attraverso  il fiume di parole che le dedica Mimmo Borrelli in Napule, invettiva amorosa e crudele che Toni dice tutto d’un fiato, con il ritmo di una tammuriata, dove le parole sincopate a perdifiato acquistano una dimensione musicale fortissima. Un vero e proprio pezzo di bravura, che l’attore accompagna e trasforma con il corpo, saldandolo fisicamente al ritmo che ci trasmette, ci sommerge e ci cattura.

Ma questa sfida a due fra fratelli, questo modo di Toni di essere musicale e nello stesso tempo di accarezzare le parole ad una ad una, quasi condividendo con noi un  sentimento, si ribalta nella cantata rabbiosa e provocatoria di Peppe, nella sua voce e nel suo corpo che raramente cedono alla dolcezza ma che quando lo fanno ti arrivano al cuore. L’avrete capito: questi due piacciono assai e non solo a chi scrive ma a tutto il pubblico catturato e felice di esserlo  da questo fiume in piena di note, di musica e di parole.

Parole sì, ma se a scriverle sono Eduardo De Filippo, Mimmo Borrelli, Enzo Moscato e Michele Sovente, allora a essere protagonista davvero è proprio Napoli, quella di De Pretore Vincenzo, quella poco madre e molto matrigna di Borrelli, quella della magnifica Litoranea di Moscato con i corpi seminudi dei ragazzini, le prime nuotate ,il sole, l’inquietudine dell’adolescenza, quella che canta l’amore dei guappi di Viviani e una certa Margherita, quella della Maruzzella di Carosone. E poi Napoli scontrosa, Napoli scansafatiche, Napoli bugiarda, Napoli sentimentale… Insomma Napoli con il suo mistero e la sua vergogna, che si ripetono a ogni risveglio. Che sia lei, Napoli, la donna alla quale si canta Te voglio bene assaje, ma lei non pensa a lui? E sono  certa  che ci sia sempre un po’ di Napoli anche nella musica suonata dal Solis String Quartet che accompagnano come pochi la musica popolare con arrangiamenti inaspettati ma anche il Movimento di Tarantella dal Quartetto n. 4 di Fabio Vacchi con il compositore seduto in sala, e un tango birichino dedicato a Mozart….

Se è vero che una lingua può essere musica allora questo è tanto più vero per la lingua napoletana, misteriosa e arcaica e, allo stesso tempo, universale,  grazie anche alla sensazione  che ti dà di essere scritta e pensata su scala musicale. Questo mondo – che celebra una tradizione vivente nel suo confrontarsi con epoche diverse, che vanno dal primo Novecento ai giorni nostri con le canzoni di E.A. Mario e Libero Bovio e le parole dei suoi grandi autori di ieri e di oggi – trova in Toni e Peppe Servillo, ai quali bastano un microfono e una sedia per diventare il tramite straordinario di tutto un mondo, i suoi cantori ideali. Uno spettacolo-concerto fedele non tanto alla filologia ma al sentimento della lingua, alla felicità della parola, commovente sempre.

Visto al Piccolo Teatro Strehler di Milano. Repliche fino al 19 aprile 2015

La parola canta
con Peppe e Toni Servillo
e i Solis String Quartet
produzione Teatri Uniti di Napoli