I Post di Renato Palazzi

In cui non si parla solo di teatro che (per fortuna) c’è e di teatro che rischia di scomparire, ma anche di arte rivoluzionaria, di Club Méditerranée e di dolciumi… Yum yum!Renato Palazzi


È bellissima la mostra su Malevič alla Gamec di Bergamo, squarcio di un’epoca che sognava di cambiare il mondo attraverso l’arte, e di cambiare l’arte immergendola nei cambiamenti del mondo. Da non perdere la straordinaria sala che espone i costumi per La vittoria sul Sole (foto), l’opera futurista su musica di Michail Matjušin e versi “transmentali” di Aleksei Kručenic, allestita nel 1913 al teatro Luna Park di Pietroburgo: forme geometriche coloratissime, tessuti rigidi come gusci per trascendere e sovrastare la fisicità degli interpreti, rendendoli simili ad automi. Da lì passa un po’ tutta la ricerca teatrale del primo Novecento, dalla super-marionetta di Gordon Craig, che l’anno precedente, con Stanislavskij, aveva realizzato una rivoluzionaria messinscena dell’Amleto a Mosca, al Balletto triadico di Oskar Schlemmer ai Balli plastici di Depero. Toccare con mano un simile crocevia di esperienze suscita davvero una forte scossa di emozione.

La sorte del Teatro Studio di Scandicci rischia di diventare un test di quanto potrebbe accadere a buona parte del teatro italiano. Come già si è segnalato, la compagnia Krypton, che lo gestiva da anni, a causa di un forte taglio dei finanziamenti ministeriali non ha potuto accedere al bando per la nuova assegnazione: le sarebbero mancati i fondi per sostenere le spese correnti. Per evitare il declino di questa sala ormai storica è intervenuta la Fondazione Teatro della Toscana, che ha vinto il bando e l’ha acquisita fra le proprie sedi. La tendenza sembra chiara: se togli risorse alle realtà indipendenti, saranno i Teatri Nazionali e i TRIC – con intenti più o meno lodevoli – ad accaparrarsi tutto, soffocando  ogni tipo di esperienza che non si muova nella loro orbita. Così, davvero non resterà spazio per voci autonome e fuori dal coro.

O non si sono spiegati loro, o sono io che non capisco: dal Centro Teatrale Bresciano invitano alle rappresentazioni di Mephisto, lo spettacolo di Luca Micheletti, con Federica Fracassi, in programma fino al 22 al Teatro Sociale di Brescia. La prossima tappa è Milano, al Teatro Franco Parenti, dal primo dicembre. Tanto vale aspettare le repliche milanesi, mi dico. No, la compagnia preferisce che si vada a Brescia, dove viene proposta la messinscena completa, di due ore e mezza, mentre al Franco Parenti è prevista una versione ridotta, di un’ora. Ma allora, mi chiedo, che senso ha portare quest’ultima a Milano (non proprio una piazza secondaria) e al Franco Parenti (non proprio una sede marginale), se la si ritiene non consona alle intenzioni del regista? Agli spettatori bresciani si offre un certo prodotto, a quelli milanesi solo un assaggio, in stile Premio Scenario?

Se capitate nei dintorni di Pistoia, andate a vedere L’apparenza inganna, il magnifico spettacolo di Federico Tiezzi, fino al 24 novembre al Teatro Manzoni: il testo è fra i più geniali di Thomas Bernhard, beffardo, disperato, cattivo, la dislocazione in due diversi spazi del teatro suggerisce inedite prospettive e i due protagonisti, Sandro Lombardi e Massimo Verdastro, lo interpretano alla grande. Ma consiglio anche una visita alla confetteria-cioccolateria Corsini: la bottega è deliziosa, un luogo d’altri tempi, con il laboratorio a vista, sul retro. Il personale, gentilissimo, è prodigo di assaggi e indicazioni. Troverete delle mega-tavolette di squisito cioccolato, delle prelibatezze d’ogni genere come il superlativo panforte-glacé, e un’infinita varietà di confetti, specialità della casa. Anche chi, come me, non predilige questo tipo di dolciumi non può fare a meno di restarne colpito.

Era curiosa l’idea di analizzare i meccanismi dell’innamoramento attraverso un gioco interattivo fra i performer e il pubblico: il gruppo milanese Effetto Larsen proietta su uno schermo un tabellone con le sue caselle (compresi le immancabili carte degli “Imprevisti”), muove pupazzetti, effettua sondaggi in platea, invita gli spettatori a votare i comportamenti prescelti. Però alla fine Functions ovvero il gioco dell’amore, lo spettacolo di Matteo Lanfranchi e Roberto Rettura presentato all’Out Off di Milano per il festival Danae, era davvero troppo fragile, non all’altezza di una rassegna dal programma così ambizioso. Faceva sorridere, ma rischiava  di oltrepassare il confine tra la contaminazione dei linguaggi e l’intrattenimento da club Méditerranée.

Un commento su “I Post di Renato Palazzi

  1. Caro Palazzi,
    desidero rassicurarla sul caso “Mephisto”: in effetti c’è stato un fraintendimento. Lo spettacolo è in scena a Brescia fino al 22 novembre e sarà in scena a Milano dall’1 al 13 dicembre con la stessa struttura e la la stessa durata: nessuna riduzione. Una sola differenza: a Brescia (dove è stato prodotto) lo spettacolo è nato al teatro Sociale con un impianto scenografico dimensionato per quel palco; al teatro Franco Parenti andremo in scena nella sala AcomeA, con un palco più ristretto: come spesso avviene, perciò, adegueremo lo spettacolo allo spazio, con limitate ma necessarie modifiche. È uno sforzo che ho giudicato non snaturante per il lavoro e che affronteremo volentieri a maggior ragione visto il prestigio del teatro che ci ospiterà e che ha creduto in questo progetto. La aspetto con piacere, a questo punto, dove preferisce. Un cordiale saluto, Luca Micheletti