La vita è una slot machine

“Slot machine”, nuova pièce del Teatro delle Albe, debutta a Milano, dove ritorna anche “Salomè” di Bruni-Frongia. A Palermo Roberto Cavosi dirige “I Persiano a Caporetto”, dalla tragedia classica a quella bellica. Parte a Scandicci “Zoom Festival” curato da Giancarlo Cauteruccio. Debutto a Lugano per la nuova regia di Carmelo Rifici: il “Gabbiano” di CechovRenato Palazzi

Nato a Spoleto lo scorso anno come libretto per un’opera lirica, Il giocatore, il testo più recente di Marco Martinelli, ha cambiato titolo e si è ora trasformato in un normale copione teatrale: Slot machine (foto), ideato dall’autore-regista in collaborazione con Ermanna Montanari, e messo in scena da lui stesso, tratta il delicato tema – drammaticamente attuale – della dipendenza psicologica dal gioco d’azzardo con tutte le sue nefaste conseguenze economiche, sociali e famigliari. Lo spettacolo, interpretato da Alessandro Argnani, è in programma al TeatroLaCucina di Milano da venerdì 30 ottobre a domenica 8 novembre.

Per parlare della Prima Guerra Mondiale, a cento anni dall’entrata dell’Italia nel conflitto, Roberto Cavosi ha attinto alla tragedia greca e precisamente ai Persiani di Eschilo, un’opera particolarmente significativa perché descrive la catastrofe bellica dalla parte degli sconfitti, emblema di un orrore che non distingue tra vinti e vincitori: ne I persiani a Caporetto, da venerdì 30 al Teatro Biondo di Palermo, l’azione è ambientata in una cucina del primo Novecento, dove gli avvenimenti sono visti con gli occhi di una cuoca e di un maggiordomo. La regia è di Cavosi, gli interpreti principali sono Annamaria Guarnieri e Luciano Virgilio.

Torna, da martedì 3 al Teatro Elfo Puccini di Milano, la Salomè di Oscar Wilde nella singolare messinscena –  presentata per la prima volta nel 2011 – di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia, con lo stesso Bruni che incarna alcuni dei personaggi principali. La caratteristica di questo spettacolo è che tutti i ruoli, anche quello della protagonista, sono affidati ad attori di sesso maschile, mentre l’azione è ambientata nel baraccone di un circo di periferia, dove la vicenda biblica si intreccia con la sorte personale dell’autore.

Comincia mercoledì 4 al Teatro Studio di Scandicci la decima edizione di Zoom Festival, l’osservatorio, curato da Giancarlo Cauteruccio, sulle nuove realtà della scena italiana: fra gli artisti e i gruppi presenti, Licia Lanera con 2. (Due), Carullo e Minasi con De rivolutionibus – sulla miseria del genere umano, dalle Operette morali, Kronoteatro con Pater familiasBiancofango con Fragile show, Fosca con Tenue – radiodramma tattile, Opera con XX, XY – primo passo nella tragedia di Amleto, Macelleria Ettore con lo studio su Cechov Senza trama e senza finale.

Da qualche mese Carmelo Rifici, uno dei registi italiani di maggiore spicco nella generazione dei quarantenni, è stato chiamato alla direzione del teatro Lac di Lugano. La sua prima proposta in questa veste è un Gabbiano di Cechov che debutta giovedì 5. Fra gli attori spiccano Giovanni Crippa, Ruggero Dondi, Fausto Russo Alesi, Mariangela Granelli, Maria Pilar Perez Aspa, Emiliano Masala, la scenografia è di Margherita Palli, i costumi sono di Margherita Baldoni. Al di là della qualità dello spettacolo, è un nuovo punto di riferimento che si aggiunge nel panorama teatrale della Lombardia e dintorni.