Napoli-Castellucci-Dafoe

Willem Dafoe protagonista d’eccezione nella città partenopea in “The minister’s black veil” di Hawthorne per la regia di Romeo Castellucci. Sempre a Napoli da vedere “Accabadora” di Michela Murgia (regia di Veronica Cruciani) e “Ragazze sole con grande esperienza” di Enzo Moscato, diretto da Francesco Saponaro. A Milano, focus sulla Piccola Compagnia Dammacco a cominciare da “L’inferno e la fanciulla”. Tindaro Granata al debutto a Lugano (e poi a Milano) nel ruolo protagonista della “Bisbetica domata” con un cast scespirianamente tutto al maschile. Atteso ritorno a Roma per “Ragazzi di vita” di Pasolini con la fresca regia di Massimo PopolizioRenato Palazzi

Dopo Democracy in America, Romeo Castellucci torna alle radici puritane della cultura americana affrontando un celebre racconto di Nathaniel Hawthorne, The minister’s black veil: in esso un’intera comunità viene sconvolta dalla scelta del proprio pastore di presentarsi in chiesa col volto coperto da un velo nero che non toglierà mai più fino alla morte, e del quale non dà alcuna spiegazione nel corso del suo sermone, dei cui contenuti l’autore non fa cenno. Il regista ha affidato a Claudia Castellucci il compito di ricostruire, sul filo del non detto, quell’ipotetico sermone. Lo spettacolo è in scena, nel quadro del progetto “Quartieri di vita 2017” diretto da Ruggero Cappuccio, da mercoledì 20 a venerdì 22 dicembre nel Museo Diocesano Donnaregina Vecchia di Napoli, protagonista d’eccezione Willem Dafoe.

Sempre a Napoli, che si prepara alle feste natalizie con un momento di forte vitalità teatrale, si possono vedere altri due spettacoli di spicco: da venerdì 15 al Teatro Nuovo Veronica Cruciani dirige Accabadora, dal romanzo di Michela Murgia, nell’adattamento di Carlotta Corradi e con Monica Piseddu grande protagonista. Da mercoledì 20 al Teatro San Ferdinando viene invece presentato Ragazze sole con qualche esperienza, un testo dell’85 di Enzo Moscato sul surreale incontro fra due travestiti e due delinquenti in fuga dalla camorra. La regia è di Francesco Saponaro, gli interpreti, al fianco di Lara Sansone e Veronica Mazza, sono Salvatore Striano e Carmine Paternoster, ex detenuti diventati attori grazie a Gomorra e Cesare non deve morire.

È interessante l’idea del Teatro Franco Parenti di Milano di dedicare un focus a una realtà particolare – intelligente e raffinata – della nuova scena italiana di questi anni, la Piccola Compagnia Dammacco, formata da un autore e regista dall’estro alquanto personale, Mariano Dammacco, e da una giovane attrice di grande talento, Serena Balivo: il primo spettacolo in programma, da venerdì 15 a domenica 17, è L’inferno e la fanciulla, favola nera su una ragazzina che scopre dentro di sé il male, il lato oscuro della vita proprio nel momento in cui dovrebbe iniziare l’apprendimento della vita stessa, ovvero il primo giorno di scuola. Seguiranno, dal 26 al 28 gennaio, Esilio, in cui la Balivo incarna un uomo che perdendo il lavoro perde la propria identità, e dal 12 al 17 giugno La buona educazione.

I numerosi fan personali di Tindaro Granata sparsi ormai in tutta Italia sono avvertiti: martedì 19 e mercoledì 20 debutta al LAC di Lugano La bisbetica domata di Shakespeare con l’irresistibile attore siciliano nei panni della protagonista femminile, l’irascibile Caterina, al centro di un cast di soli uomini – secondo tradizione shakespeariana – che comprende fra gli altri Angelo di Genio e Christian La Rosa. La regia è di Andrea Chiodi, che aveva firmato un suggestivo allestimento della Locandiera di Goldoni con Granata fra gli interpreti, mentre la traduzione e l’adattamento sono di Angela Demattè. Lo spettacolo sarà dal 7 febbraio al Carcano di Milano.

Torna in scena da giovedì 21 dicembre a domenica 17 gennaio al Teatro Argentina di Roma l’applaudito e premiatissimo Ragazzi di vita di Pasolini nell’adattamento di Emanuele Trevi e con la regia di Massimo Popolizio. Lo spettacolo, nella fresca messinscena di Popolizio, sostenuta dall’azione corale di un gruppo di giovanissimi attori capeggiati dal più esperto e maturo Lino Guanciale, più che le inquiete adolescenze dei singoli personaggi sembra porre in primo piano le atmosfere nostalgiche di una Roma anni Cinquanta, in un sognante vagare tra le borgate e il centro, i barconi sul Tevere, la spiaggia di Ostia, i cinema all’aperto, scandito da un sottofondo di canzoni d’epoca.