Presentata in anteprima al Napoli Teatro Festival, è in questi giorni in scena la struggente versione partenopea di Enzo Moscato dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Maters. Da non perdere a Milano “L’effet de Serge”, piccolo capolavoro di grazia poetica del francese Philippe Quesne – Renato Palazzi
Proseguono fino a domenica 25 al Teatro Nuovo di Napoli le repliche di Raccogliere & Bruciare (foto), il più recente spettacolo di Enzo Moscato, rappresentato per la prima volta all’ultima edizione del Napoli Teatro Festival: è una struggente versione napoletana dell’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, metafora di una città perennemente sospesa tra vita e morte, tra salvezza e dannazione. Nel paesaggio di croci lignee ideato da Mimmo Paladino, dichiarato omaggio al mondo artistico di Kantor, la piccola folla di quelle minute figurette partenopee tanto care all’autore – prostitute, poetesse di quartiere, giovani soldati – si aggira fra le tombe di un ideale cimitero come tornando dall’aldilà per affermare il proprio diritto di continuare a esistere.
Da non perdere, martedì 27 e mercoledì 28 alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano, L’effet de Serge dell’autore-regista francese Philippe Quesne, un piccolo capolavoro di delicatezza e di grazia poetica. Al centro dell’azione uno strano personaggio che costruisce dei bizzarri aggeggi con cui allestisce, a casa sua, delle piccole performance destinate a intrattenere pochi invitati conosciuti più o meno occasionalmente. Sono ingegnose le sue brevi esibizioni, sono esilaranti gli imbarazzati commenti che estorce agli improvvisati visitatori (reclutati in loco, e istruiti sommariamente), ma è struggente la solitudine a cui l’uomo ritorna quando tutti se ne vanno. Il tono è lieve, quasi impalpabile ma c’è anche una clamorosa Cavalcata delle Valkirie eseguita col clacson, i fari e i lampeggianti di una vera auto parcheggiata nel retro del palco.