È cominciata da Bologna la tournée del nuovo mega-spettacolo di Antonio Latella, “La valle dell’Eden”, adattamento firmato dallo stesso Latella con Linda Dalisi del fluviale romanzo di Steinbeck. Scopri gli altri debutti da non perdere – Renato Palazzi
Da non perdere, all’Arena del Sole di Bologna fino a domenica 17, e poi dal 20 al 24 al Teatro Metastasio di Prato, il nuovo mega-spettacolo di Antonio Latella, La valle dell’Eden, un adattamento firmato da Linda Dalisi e dallo stesso Latella del fluviale romanzo di John Steinbeck che già ispirò un celebre film di Elia Kazan. Questa trasposizione della vicenda di Caino e Abele in un possente affresco famigliare nella California tra Ottocento e Novecento è la seconda incursione del regista nella letteratura americana, dopo Francamente me ne infischio, straordinario viaggio a puntate nel mondo di Via col vento. Anche La valle dell’Eden è diviso in due serate, la prima con repliche venerdì 8 e domenica 10, la seconda mercoledì 13, giovedì 14, venerdì 15 e domenica 17, mentre sabato 9 e sabato 16 sono previste due maratone di otto ore. Fra gli attori Michele Di Mauro, Christian La Rosa, Annibale Pavone, Candida Nieri, Elisabetta Valgoj.
Dopo il debutto della scorsa settimana al LAC di Lugano, è in scena fino a domenica 17 al Teatro Carcano di Milano Lo zoo di vetro di Tennessee Williams nella personalissima rilettura di Leonardo Lidi, regista emergente della generazione under quaranta. Nella sua interpretazione studiatissima, curatissima, costruita pezzo a pezzo per comporre un acre disegno intellettuale, i quattro personaggi, Tom, il narratore, proiezione e portavoce dell’attore, Amanda, la madre invadente e oppressiva, Laura, la sorella che una lieve zoppia rende morbosamente timida, e Jim, l’amico invitato a cena per presentargli la ragazza, sono trasformati in variopinti clown che si muovono come pupazzetti stilizzati, dentro una casa di bambola rosa confetto. I bravi attori sono Tindaro Granata, un insolito Tom in costume da Pierrot, Mariangela Granelli, un’Amanda dal naso rosso, perennemente incinta, Anahì Traversi e Mario Pirrello.
È in programma fino a domenica 17 al Teatro Fabbricone di Prato il nuovo spettacolo di Claudio Morganti, Il caso W., di Rita Frongia, che è anche fra gli interpreti insieme all’attore-regista: il testo parte da una ricostruzione del vero processo a Johann Christian Woyzeck, il personaggio che ispirò il Woyzeck di Büchner, giustiziato al termine di un procedimento penale sommario e repressivo, e lo intreccia a vicende criminali di oggi per suggerire una riflessione sui temi della giustizia.
Martedì 12 i Marcido Marcidorjs e Famosa Mimosa, storico gruppo torinese che da oltre trent’anni conduce una propria ricerca fuori dai canoni su un linguaggio teatrale dirompente e inventivo, propongono nella loro sede, la minuscola sala denominata “Marcidofilm!“, una propria personale interpretazione dei Dialoghi con Leucò di Cesare Pavese: a tessere la trama dei brevissimi racconti, incentrati su un approccio moderno dei miti greci, sono otto attori guidati da Marco Isidori, che firma la regia e l’adattamento, mentre l’apparato scenografico è opera come sempre di Daniela Dal Cin.
Arriva mercoledì 13 sul palcoscenico del Teatro Strehler di Milano l’Orestea degli Anagoor, lo spettacolo che ha aperto la Biennale Teatro del 2018, dove la compagnia di Castelfranco Veneto ha vinto il Leone d’Argento. La trilogia eschilea, affrontata nella sua integralità, offre al regista Simone Derai l’articolato materiale per una creazione complessa, stratificata in cui convergono epoche, stili, linguaggi, spunti filosofici, sconfinamenti nel canto e nella danza, commistioni fra le azioni dal vivo e le sontuose immagini video, rimandi a vari autori e pensatori, da Sergio Quinzio a Emanuele Severino, da Hermann Broch, ad Hanna Arendt. La classicità, come sempre nel percorso degli Anagoor, incontra la contemporaneità per porci degli interrogativi su ciò che siamo, sui nostri valori, sui nostri concetti di bene e di male.