Il talentuoso giovane regista Simon Stone firma un allestimento iperrealistico, con veloci immagini “cinematografiche”, prendendo il pubblico in contropiede con un alternarsi di stili e ci rovescia addosso un profluvio di parole che strappano più di una risata per poi precipitarci nell’inquietudine più nera (ma non è proprio questo il vaudeville cechoviano?) – Maria Grazia Gregori
Gen262018