Uovo Project 2014

Una dozzina di UOVO

Dal 19 al 23 marzo la Triennale di Milano e altri palazzi storici ospitano la dodicesima edizione del festival di arti performative. Tra gli ospiti Romeo Castellucci, Tim Etchells, Yasmeen Godder, Tino SehgalEnzo Fragassi

Qualcuno potrebbe definirla un’anteprima spettacolare dell’Expo 2015. Cibo sì, ma per la mente. Il festival di arti performative Uovo, giunto alla dodicesima edizione, comincia il 19 marzo a Milano. Fino al 23, la Triennale, l’antico palazzo Serbelloni, la biblioteca Sormani e il Buka club ospiteranno a turno 12 eventi per un totale di 20 artisti provenienti da Italia, Regno Unito, Francia, Spagna, Stati Uniti, Croazia, Olanda, Israele, Germania.  La vocazione della kermesse diretta da Umberto Angelini coincide da sempre con un’idea di contaminazione orizzontale fra le diverse discipline artistiche e verticale fra i Paesi chiamati di volta in volta a farne parte.

Fra gli ospiti di questa edizione troviamo l’italiano Romeo Castellucci – fresco Leone d’Oro della Biennale Teatro di Venezia – con la breve performance Attore, il tuo nome non è esatto (22 e 23 marzo); Un altro recente Leone d’Oro (per l’arte) è il 38enne anglo-danese Tino Seghal, il quale – in un’alternanza voluta di performance che, a loro modo, hanno “lasciato il segno” e di nuove produzioni (due le “prime” assolute, otto quelle nazionali in totale) – riproporrà il 21 marzo il suo (senza titolo), ultimo lavoro dedicato al teatro nel 2000 prima di spostarsi su altri fronti artistici.

Italiani di nascita ma aperti alla scena internazionale sono i danzatori/performer Alessandro Sciarroni e Francesca Foscarini: il primo ritorna ab Uovo il 22 marzo con UNTITLED_I will be there when you die, secondo capitolo incentrato sulla giocoleria di un progetto più ampio sul trascorrere del tempo intitolato Will you still love me tomorrow?; la seconda, vincitrice del Premio Equilibrio 2013, propone il 20 marzo, in collaborazione con la nota coreografa israeliana Yasmeen Godder, l’assolo Gut Gift.

Il pubblico italiano conosce poi certamente il musicista fondatore dell’ensemble Sentieri selvaggi Carlo Boccadoro, protagonista il 19 marzo in apertura di festival di un viaggio nella musica di Karlheinz Stockhausen, nume tutelare della musica contemporanea. Non sono italiani ma britannici Tim Etchells e Ant Hampton, eppure il pubblico più attento ricorderà pure loro come fondatori rispettivamente di Forced Entertainment e Rotozaza, compagnie che hanno già calcato a più riprese le scene nazionali, importando in Italia quella forma di teatro-non-teatro o di “autoteatro” che fa di luoghi aperti al pubblico e di persone comuni (spesso semplici passanti) i protagonisti di performance dagli esiti spiazzanti. Per Uovo 2014 i due hanno messo a punto la performance The Quiet Volume, riservata a due soli spettatori per volta e ambientata fra gli storici scaffali della Biblioteca Sormani. Guidati dalle istruzioni impartite loro in cuffia dai due artisti, gli inconsapevoli “attori” costruiranno un percorso sensoriale fra i vuoti silenzi tipici dei luoghi di studio e i “pieni” della conoscenza che i libri ci tramandano (dal 19 al 22 marzo, durata un’ora).

Il cartellone di Uovo riserva numerose altre “sorprese” o graditi ritorni, come la nuova creazione video di Laure Prouvost, vincitrice del prestigioso Turner Prize 2013; la riproposizione del celebre Shirtology di Jérôme Bel; l’esordio italiano della compagnia iberica La Veronal; l’ultimo lavoro del giovane coreografo croato Matija Ferlin; il nuovo SOLO (Milano), progetto site-specific (ma segreto fino all’ultimo) del collettivo Strasse formato da Francesca De Isabella e Sara Leghissa; le proposte di Andrea Fraser, Barbara Visser, Adam Chodzko, tutte inserite nell’ambito del progetto Performance as sculpture ambientato alla Triennale e curato da Valentina Sansone. Programma, schede delle performance, orari e info su 2014.uovoproject.it.