Ha ancora senso parlare di teatro di regia? Dal 24 al 26 marzo registi di ieri e di oggi (da Luca Ronconi a Fabrizio Arcuri) rispondono assieme a giornalisti e studiosi – Enzo Fragassi
È ancora valida la definizione di Peter Brook per cui “regista è chi si definisce tale”? Qual è oggi il rapporto tra il regista e il testo drammaturgico? Com’ è cambiato negli ultimi anni il rapporto tra regia e drammaturgia? Un numero davvero consistente di registi teatrali appartenenti a varie generazioni si riuniscono a Milano per rispondere a queste e altre domande sulla loro funzione in occasione del Festival internazionale della regia. “Dalla regia critica alla critica della regia” è il sottotitolo della manifestazione che si svolgerà presso la sala conferenze di Palazzo Reale, con una propaggine dedicata ai registi emergenti allestita allo spazio Oberdan di viale V. Veneto, 2.
Il merito di aver riunito nello stesso luogo più di una generazione di registi teatrali italiani è di Corrado d’Elia, direttore e anima del Teatro Libero, a cui si sono affiancati Valentina Capone e Alberto Oliva, responsabile della sezione Fringe.
Il festival avrà inizio lunedì con i saluti degli assessori alla Cultura di Comune e Provincia, Filippo del Corno e Novo Umberto Maerna. Con loro anche Carlo Fontana, presidente dell’Agis. Poi, subito via agli interventi, che per tre giorni vedranno alternarsi come relatori Andrée Ruth Shammah, Fabrizio Arcuri, Gianfranco De Bosio, Carmelo Rifici, Marco Baliani, Renzo Martinelli, Antonio Calenda, Mario Missiroli, Piero Maccarinelli, Marco Bernardi, Arturo Cirillo, Cesar Brie, Cristina Pezzoli, Gabriele Lavia, Cesare Lievi, Roberto Latini, Armando Punzo, Michela Lucenti, Francesco Saponaro, Pietro Babina, Gabriele Vacis (lunedì); e ancora Marco Sciaccaluga, Marco Martinelli, Roberta Zanoli, Claudio Longhi, Andrea Liberovici, Jurij Ferrini, Serena Sinigaglia, Licia Lanera, Andrea De Rosa (martedì). L’intera mattinata di martedì sarà occupata dall’intervista di Antonio Calbi a Luca Ronconi, decano dei registi italiani, mentre la giornata conclusiva di mercoledì si aprirà al confronto fra teatro italiano ed europeo con interventi di Peter Iden (Germania), Oliviero Ponte di Pino, Sergio Maifredi, Marcus Hagemann (Ars Baltica), Walter Le Moli, Cesare Lievi, Andrea De Rosa, Massimo Navone, Kriistina Reidolv (Estonia) e Inga Koppel (Estonia). Non meno nutrito appare il parterre dei “testimoni” che spazia da critici come i nostri Renato Palazzi e Maria Grazia Gregori a studiosi come Andrea Bisicchia e Roberta Gandolfi.
Tre sono le macroaree tematiche in cui è stato deciso di articolare la kermesse, modellata su altre fortunate manifestazioni che hanno contribuito negli ultimi anni a rendere popolari materie ritenute ingiustamente ostiche e dotate di scarso “appeal” come la matematica, la filosofia o l’economia. Si parte con l’analisi del teatro di regia considerato nella sua evoluzione storica fino al dilemma del teatro di regia contemporaneo, ritenuto superato da alcuni. Per passare al nuovo rapporto che si è venuto instaurando nei decenni fra regia e drammaturgia e terminare con il confronto fra contaminazione e destrutturazione dell’evento spettacolare, riassunto nell’incontro fra rappresentazione e “performatività”.
In contemporanea, lo Spazio Oberdan ospiterà il Fringe festival dedicato al lavoro svolto dalle generazioni di registi più giovani, che hanno saputo mettersi in luce a testimonianza di una continuità che, pur tra mille difficoltà e contraddizioni, sembra garantita almeno per qualche decennio ancora. Fra loro Virginia Landi, Filippo Frittelli, Michele Galasso, Omar Nedjari, Mirco Michelon, Ferdinando Ceriani, Elisabetta Carosio, Olmo Missaglia, Caroline Pagani.
Tutte le info su sito del Teatro Libero