Gli Anelanti

“Anelante” è il nuovo spettacolo di Antonio Rezza e Flavia Mastrella, in scena a Torino. C’è “Il giocatore” di Dostoevskij dietro “Liturgia zero” di Valery Fokin al debutto a Napoli. Il promettente “Homicide House” di Emanuele Aldrovandi è a Milano, come pure lo sperimentale “C’è un diritto dell’uomo alla codardia”, basato sul teatro di Heiner Müller. Cast di spicco per la “Fedra” diretta da Andrea De Rosa, in scena a CesenaRenato Palazzi


Si propongono di entrare in una dimensione delle parole che va verso il puro suono, perché «ormai con la bellezza conosciuta del parlato ci annoiamo». Cercano «l’alternarsi tra rumore incessante e mutismo assordante»: Antonio Rezza e Flavia Mastrella,  campioni del non-senso, maestri di provocazioni fisiche e verbali che trascendono il mero effetto comico, graffiando spesso in profondità l’intelletto dello spettatore,  fanno ancora una volta a pezzi tutte le regole del teatro, producendosi in un’alta acrobazia dell’assurdo. Il loro nuovo spettacolo, Anelante (foto), è in scena in prima nazionale da sabato 13 al Teatro Astra di Torino.

Quello della dipendenza dal gioco d’azzardo è uno dei temi più affrontati in questa stagione, come dimostrano vari spettacoli  quali Slot Machine di Marco Martinelli, Io me la gioco di Renata Coluccini, Le donne gelose di Goldoni: a questa materia si è rifatto anche un grande maestro del teatro russo, Valery Fokin, che ha adattato e allestito col Teatro Alexandrinsky di San Pietroburgo Il giocatore di Dostoevskij. Ambientato in una scenografia che riproduce un’enorme roulette, e accompagnato da sei musicisti, Liturgia Zero, questo il titolo, è in programma martedì 17 e mercoledì 18 al San Carlo di Napoli.

Il trentenne Emanuele Aldrovandi è da più parti considerato l’autore italiano emergente. Un suo testo, Homicide House, ha vinto a Riccione il Premio Tondelli nel 2013: si tratta di un thriller teatrale basato su un singolare business, un’organizzazione creata per soddisfare le esigenze di chi vuole torturare, seviziare o uccidere a pagamento, fornendogli degli aspiranti suicidi quali vittime adeguatamente ricompensate. Lo affronta il regista Marco Maccieri, che è anche fra gli interpreti con Luca Cattani, Cecilia Di Donato e Valeria Perdonò. Da martedì 17 al Teatro Filodrammatici di Milano.

Vuole essere anche la ricerca di un nuovo metodo di lavoro il nuovo spettacolo che il Teatro i di Milano propone da mercoledì 18, un omaggio ad Heiner Müller dal titolo eloquentemente mülleriano, C’è un diritto dell’uomo alla codardia: l’ultimo testo scritto dall’autore tedesco prima della sua scomparsa, avvenuta nel 1995, Germania 3. Spettri sull’uomo morto, è stato affrontato da un gruppo di quattro giovani drammaturghi e sei attori, che lo hanno analizzato, scomposto e ricomposto, riscritto sotto la guida della dramaturg Francesca Garolla e del regista Renzo Martinelli.

È l’amore come possessione, la passione come distorsione patologica, violenta e incontrollabile, che sta al centro della Fedra di Seneca nella messinscena di Andrea De Rosa: la tragedia del desiderio incestuoso, integrata da brani dell’Ippolito di Euripide e delle Lettere dello stesso Seneca, è affidata all’interpretazione di una compagnia di notevole spicco composta da Laura Marinoni e Luca Lazzareschi, Anna Coppola, Fabrizio Falco, Tamara Balducci. Lo spettacolo, prodotto da Emilia Romagna Teatro,  è in programma da giovedì 19 al Teatro Bonci di Cesena.