Che dite: non sarebbe bello, la sera, andare da Milano a Bologna o da Napoli a Roma per assistere a uno spettacolo e tornare comodamente in treno verso la mezzanotte? Con l’alta velocità è possibile. Lanciamo un appello a Trenitalia e Italo! – Renato Palazzi
La Milano di oggi è culturalmente effervescente. Nella Milano di oggi i teatri funzionano a pieno ritmo. In quale altra città puoi vedere quasi ogni sera, se vuoi, due spettacoli in due teatri diversi, uno alle 19, 30, uno alle 21? Sembra di stare in un festival permanente. Attenzione, però, agli effetti collaterali, perché anche lo spettatore più collaudato corre il rischio di andare in confusione. Qualche giorno dopo, riguardando gli appunti di una doppia esperienza, trovo un’annotazione: un vecchio vestito di stracci, guardato a vista da due infermieri. Una bella immagine, un effetto forte. Ma era il finale dello spettacolo delle 19, 30 o l’inizio di quello delle 21? Buio totale.
Il Teatro Stabile di Genova ha diffuso un comunicato in cui si annuncia un accordo con Trenitalia: gli abbonati regionali di Trenitalia potranno acquistare biglietti e abbonamenti per il teatro a prezzo ridotto. È un’ottima iniziativa, ma che potrebbe essere indifferentemente applicata ai clienti del supermercato o agli utenti delle autostrade. Sarebbe stato più interessante il contrario, se chi frequenta il teatro potesse avere biglietti o abbonamenti ferroviari scontati, magari da acquistare direttamente insieme al posto a teatro, collegando il tema della fruizione culturale a quello della funzionalità dei trasporti. Paolo Grassi, che per i suoi Teatri-Quartiere faceva spostare intere linee tranviarie, sognava una città in cui gli orari e i percorsi dei mezzi pubblici fossero anche studiati in funzione dell’accesso agli spettacoli, una città in cui il teatro fosse al centro della comunità, col municipio e la cattedrale.
A proposito di spostamenti ferroviari: a molti che viaggiano per lavoro l’alta velocità ha cambiato la vita. La possibilità di andare in un’ora da Milano a Bologna o da Roma a Napoli offre infinite, nuove opportunità. Ma quante altre se ne offrirebbero potendo usufruire di corse notturne? Quanto sarebbe bello prendere il treno per andare a vedere uno spettacolo alla Scala o al Piccolo Teatro, alla Pergola o al Teatro Argentina, poi uscire e riprendere il treno per tornare a casa? Lo stesso discorso varrebbe ovviamente per chi volesse visitare una mostra, cenare con calma e fare rientro senza troppa fatica. Capisco che non ci si potrebbe aspettare le carrozze piene, ma sperimentare un’ultima partenza intorno alla mezzanotte – un servizio ad alcune categorie di cittadini, una conquista di civiltà, non un affare – sarebbe proprio impossibile? Qualcuno sarebbe disposto a sottoscrivere un appello a Trenitalia e Italo?
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