Cominciata venerdì 8 luglio, la 46esima edizione del Festival Internazionale del Teatro in Piazza prosegue fino al 17 tra fuochi, danze, teatro (anche per ragazzi) e musica – Enzo Fragassi
Fuochi nella notte, suoni primordiali che squarciano il silenzio operoso della campagna romagnola, creature ctonie che si aggirano fra grotte e cuniculi, donne-corvo e attempate casalinghe trasformate in inquietanti sacerdotesse metal. Non si fa mancare nulla la 46esima edizione del Fesival Internazionale del Teatro in Piazza di Santarcangelo, che ha ufficialmente aperto i battenti venerdì 8 luglio con la performance della coreografa e danzatrice marocchina Bouchra Ouizguen con un gruppo di donne, in parte italiane, in parte marocchine, intitolata Corbeaux (corvi); performance che sarà replicata in vari luoghi del festival. Festival che forse mai come quest’anno, ultimo della gestione di Silvia Bottiroli, appare “diffuso” sul territorio e intenzionato a “sporcarsi le mani” con la terra, l’acqua, la polvere, i suoni di questa landa generosa e vaga, che ha dato i natali a Tonino Guerra, al poeta dialettale Raffaello Baldini ma anche a un papa (Clemente XIV).
L’interdisciplinarità delle arti, parola complessa che però ha il merito di spiegare in un colpo solo uno dei pilastri su cui si fonda da sempre Santarcangelo, è palese nel rincorrersi degli eventi, nei corpi degli artisti (“residenti” e non) che danzano, suonano, recitano, ma anche in quelli del pubblico (residente e non), che è chiamato a un esercizio attivo di “partecipazione” (altra parola da tenere a mente). Si spiega così la lunga passeggiata (4 ore) che, partendo dalla stazione di Santarcangelo si snoda seguendo in silenzio Maurizio Lupinelli fino a Rimini, fra luoghi carichi di atmosfere felliniane ma anche sconosciuti e fuori mano, alla ricerca dell’imprevisto, di un destino che forse è drammaturgia, forse è pura coincidenza (DOM – L’uomo che cammina, progetto di Leonardo Delogu e Valerio Sirna, già transitato da Terni e Perugia).
Ma Santarcangelo è terra generosa sia sopra che sotto, e infatti uno dei progetti più curiosi e intriganti è quello del francese Philippe Quesne – realizzato in collaborazione con la manifestazione “Francia in scena” – che si sviluppa nel reticolo di grotte e anfratti che percorrono il sottosuolo di Santarcangelo, dove si incontreranno talpe giganti molto simili a esseri umani [La nuit des taupes (Welcone do Caveland!)]. Lo specchio della modernità ci restituisce la nostra immagine deformata, l’entrare e uscire continuamente da realtà e finzione è come un ago che cuce insieme destini diversi. Questo è il tema di fondo di Hearing (foto), del regista iraniano Amir Reza Koohestani, ben visto in patria e anche in Europa (ha all’attivo varie residenze creative in Gran Bretagna, Francia e soprattutto Germania), che torna a Santarcangelo dopo il successo riscosso lo scorso anno da Timeloss con una pièce di impianto apparentemente tradizionale in cui una narrazione tutta al femminile “cuce” insieme privato e politico in un gioco raffinato e cinematografico fatto di rimandi, di piani temporali che si intersecano e si confondono, di domande sospese.
Parlando di specchi non si può non tirare in ballo Alice e il suo viaggio nel paese delle meraviglie. Sempre presente nel programma del festival, quest’anno il teatro per ragazzi acquisisce peso e spessore, con spettacoli come Joseph-kids di Alessandro Sciarroni, che mette a tema la creatività come sviluppo possibile dell’uso delle nuove tecnologie, o come Butterfly dei Kinkaleri, i quali partono nientemeno che dall’omonima opera di Giacomo Puccini; o ancora dal progetto di Ivana Müller, che ha ideato una Partituur (Partitura) sonora trasmessa in cuffia ai giovani partecipanti, che diventano così attori di una coreografia più ampia; per finire con lo spettacolo Era ieri, ideato da Beatrice Baruffini e Agnese Scotti del parmense Teatro delle Briciole, in cui la storia naturale si incontra con la fantasia, resuscitando addirittura un aptosauro vissuto milioni di anni fa!
Da sempre molto presente nel “dopofestival” grazie anche ai dj-set condotti dagli stessi artisti, la musica è regina della notte di Santarcangelo: presenti, fra gli altri, Luigi De Angelis ed Emanuele Wiltsch Barberio (la loro performance “primitiva” Lumen ha illuminato la notte di Santarcangelo in apertura di festival e viene replica con diversi interpreti) e Motus con Markus Öhrn: i primi, riminesi, si preparano a festeggiare i 25 anni di attività con un denso calendario di appuntamenti da ottobre a dicembre, mentre il secondo, svedese trapiantato in Romagna, è il teorico delle “Azdore”, le casalinghe-sacerdotesse romagnole che vedono quest’anno compiersi la loro metamorfosi e incidere addirittura un disco. Cinque infine i concerti gratuiti organizzati in piazza delle Monache con The Soft Moon, Hugo Race, Vaghe Stelle, Ninos du Brasil (gruppo dell’artista Nico Vascellari) e Francesca Morello (in arte R.Y.F.).
Info, biglietti, orari su www.santarcangelofestival.com