Ermanna Montanari e Marco Martinelli, assieme a molti altri, sono le guide di un cammino “site specific” che fa incontrare i personaggi della “Commedia” dantesca con i dannati del nostro tempo. Un teatro poeticamente civile, una festa di pensieri e di immagini – Maria Grazia Gregori
Siamo qui, di fronte al sacello dove è custodita la tomba di Dante, a Ravenna. Siamo qui, insieme a molta gente della città, a spettatori come noi. Qualcuno porta un ramo di palma non so se come scelta di omaggio o di appartenenza. Siamo qui, usciti definitivamente dal buio e dall’orrore dell’Inferno. Dopo due anni siamo pronti, noi, i ravennati e gli spettatori e gli attori di questo bellissimo Festival di Ravenna insieme alle nostre guide Ermanna Montanari e Marco Martinelli. Sì, finalmente pronti, dopo tanto buio, per “vedere le stelle” e a salire la montagna del Purgatorio. Dalla folla si stacca un vecchio signore claudicante che si appoggia a un bastone. È Catone che è come l’incarnazione di quanto ci ha detto Ermanna leggendo il primo capitolo della Cantica. Un uomo che è andato in cerca della libertà rifiutando in suo nome anche la vita. “Figli seguite i miei passi” dice. Per “entrare” nello spettacolo ci viene fatto un segno sulla fronte. Andiamo.
Ecco venirci incontro le prime anime: anime di donne la cui vita è stata segnata dalla violenza degli uomini. Una folla di donne che dice il suo nome la cui guida ideale è Pia de’ Tolomei, un uxoricidio medioevale che assume una valenza fortissima mescolandosi alle altre morti per la violenza dell’uomo, fatte appena ieri. Noi siamo coinvolti in questo viaggio, almeno così a me pare, non per una banale curiosità ma perché quello che le nostre due guide vestite di bianco ci dicono ci riguarda e ci colpisce e ci coinvolge nel corso del nostro andare come tante anime erranti, tanto che ci pare di fare parte di una transumanza ideale, spinti da un vero bisogno di vedere le stelle.
Incontriamo, in questo Purgatorio, che si snoda per giardini e vecchi edifici, chi attende la sua purificazione totale perché ha saputo pentirsi un attimo prima di finire un vita violenta come Manfredi, l’imperatore scomunicato che si pentirà nel momento della morte; ed ecco farsi avanti un altro pentito in limine mortis come Bonconte di Montefeltro, salvato, come ci dice Dante, per una “lacrimuccia” di pentimento sulle soglia della fine della vita.
È bello questo andare che presuppone solo piccole soste, che sono momenti di riflessione. È un modo di stare insieme, di vivere insieme un’esperienza, di condividere un’emozione che accomuna un po’ tutti e che coinvolge nel corso del nostro andare per le vie di Ravenna fanciulle affacciate ai balconi che cantano dolci ballate. Sei solo in questo andare ma ci sono intorno a te persone con le quali può capitare di fare insieme un pezzo di strada, di dare e di ricevere un piccolo aiuto per superare qualche piccola difficoltà del cammino. Questo Purgatorio on the road richiede una vicinanza, una curiosità attenta, una disponibilità lieta.
Bellissimo mi è sembrato il girone dei Superbi dove si racconta di grandi artisti e di come la fama sia qualcosa di aleatorio. Sei famoso a un certo punto ma poi ci sarà qualcuno che andrà oltre te. C’è una moralità in questo. Se non ci fosse stato Cimabue non ci sarebbe stato Giotto, per esempio. Lo diceva anche Vico; noi vediamo più lontano di quelli che sono vissuti prima di noi, proprio perché possiamo stare sulle loro spalle.
È un Purgatorio che viene dal passato, ma che si apre sull’appena ieri quello di Montanari e Martinelli. C’è Joseph Beuys, grande artista totale di tempi a noi vicinissimi che mescola la sua saggezza, le sue provocatorie riflessioni proprio distaccandosi dal senso di superiorità che spesso hanno gli uomini nei confronti dei loro simili. E la verità di questa riflessione viene rappresentata da un frammento di “Uccellacci e uccellini”, film di Pier Paolo Pasolini con Totò e Ninetto Davoli nella grandezza della loro semplicità di spirito.
È la poesia che tiene insieme le cose, è la poesia, ieri come oggi che rappresenta la verità dell’uomo. Esiste dunque un Purgatorio, anzi un quasi Paradiso dove parlano i poeti da Donne a Majakovskij. Ma ci sono anche quelli che giustamente chiedono giustizia: gente che sta arrampicata su lunghe ed alte scale di metallo e dove sta dipinta una grande carta dell’Italia a testa in già. Gente che si lamenta, di ogni età e colore, che si chiede il senso della corruzione politica ieri come oggi e gli si dice che tutto sta nel malgoverno, nelle azioni corrotte degli uomini ma non nella natura umana che non è corrotta.
Ecco forse un barlume di speranza. Quattro ragazzine vestite come Greta Thunberg – la giovane che ha saputo galvanizzare i giovani non solo europei. Ripetono continuamente una sua frase: “Voi non avete più alibi e noi non abbiamo più tempo”. Uno squarcio di realtà, ma ecco Beatrice, la donna amata e angelicata che rimprovera Dante per essersi smarrito nella selva oscura della vita. Dante si pente e beve l’acqua del fiume Lete per dimenticare le vanità del mondo. Ormai “è puro e disposto a salire alle stelle”. Chissà, forse anche noi.
Come definire questo Purgatorio? Un teatro poeticamente civile, un teatro dell’appartenenza. Una festa di pensieri e di immagini che ci riguarda e che viene da lontano. Viva.
Visto a Ravenna, nell’ambito di Ravenna Festival. Repliche fino al 14 luglio 2019. Foto Silvia Lelli
Purgatorio
Marco Martinelli e Ermanna Montanari / Teatro delle Albe
Chiamata Pubblica per la “Divina Commedia” di Dante Alighieri
ideazione, direzione artistica e regia Marco Martinelli e Ermanna Montanari
in scena Ermanna Montanari, Marco Martinelli, Alessandro Argnani, Luigi Dadina, Matteo Gatta, Roberto Magnani, Mirella Mastronardi, Marco Montanari, Gianni Plazzi, Massimiliano Rassu, Laura Redaelli, Alessandro Renda e i cittadini della Chiamata Pubblica
musiche Luigi Ceccarelli
in collaborazione con Giacomo Piermatti e Vincenzo Core e con gli allievi della scuola di Musica Elettronica e di Percussione del Conservatorio Statale di Musica “Ottorino Respighi di Latina e con la partecipazione di Simone Marzocchi
spazio scenico e costumi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Brera Milano-Scuola di Scenografia e Costume coordinati da Edoardo Sanchi e Paola Giorgi in collaborazione con Accademia di Belle Arti di Brera-Milano
regia del suono Marco Olivieri
disegno luci Fabio Sajiz
direzione tecnica Enrico Isola e Fagio
coproduzione Fondazione Matera-Basilicata 2019 e Ravenna Festival/Teatro Alighieri
in collaborazione con Teatro delle Albe/Ravenna Teatro
Purgatorio costituisce la seconda parte del progetto LA DIVINA COMMEDIA: 2017-2021 di Marco Martinelli e Ermanna Montanari, commissionato da Ravenna Festival in coproduzione con Teatro Alighieri, Ravenna Teatro/Teatro delle Albe