Zubin Metha

Il Maggio riparte ma senza danza

Molte rassicurazioni da parte dei vertici istituzionali sul futuro prossimo del nobile festival fiorentino ma cartellone tutto sommato all’insegna della continuità. Con, però, la menomazione di MaggioDanza.

Con questo articolo Elisabetta Torselli comincia a collaborare col nostro sito. Benvenuta da tutti noi e dai nostri lettori/trici! e.f.


Rassicurazioni a iosa, quelle che ci hanno fornito il sindaco Dario Nardella e Francesco Bianchi, sindaco di Firenze e sovrintendente, presentando la 78.ma edizione del festival del Maggio Musicale Fiorentino. Il Teatro del Maggio è uscito dalla sua malattia ed è in piena convalescenza, del resto è una fuoriserie che aspetta solo una conveniente quantità di benzina per dimostrare quel che vale, e si sta ricostruendo una credibilità tra gli artisti da ingaggiare che aveva perso in quanto cattivo pagatore. Il problema del riassorbimento nelle altre strutture del ministero dei cinquanta dipendenti da licenziare? Sarà chiuso positivamente in coincidenza della prossima visita del ministro Franceschini a Firenze. I lavori di completamento della torre scenica e per la seconda sala, l’auditorium ? Saranno nei tempi previsti. Gli alti costi di gestione del nuovo Teatro del Maggio ossia Opera di Firenze? Saranno affrontati con una gestione diversa in cui il Comune avrà facoltà di affittare la struttura o parte di essa per eventi vari, dalla musica comunque di qualità alle cene della Fiorentina.

Questo Maggio è per molti aspetti, ma più nutrito, la riproposizione dello schema ideativo delle ultime edizioni, senza un tema preciso o un filo conduttore ma, tirate le somme, con non poca carne al fuoco. Zubin Mehta (foto), nonostante le dichiarazioni di Bianchi di qualche mese fa, resta più saldamente che mai al centro del cartellone, con l’opera inaugurale, il Fidelio di Beethoven (dal 27 aprile, viene riproposto nell’edizione nata a Valencia con regia, scene, costumi e luci di Pier’Alli, da segnalare nel cast Ausrine Stundyte, Burkhard Fritz e Stephen Milling come Leonora, Florestano e Rocco) e con i concerti di inizio maggio in cui dirigerà La Creazione di Haydn (2 maggio) e la sua diletta Terza mahleriana (7 maggio). L’altro direttore del suo “peso” è Valery Gergiev che viene con la London Symphony (13 maggio), e naturalmente anche Daniele Gatti, che farà il concerto mozartiano del 26 maggio e quello di chiusura del 28 giugno con la Seconda di Mahler, oltre a dirigere l’altra grande e impegnativa produzione operistica di quest’edizione, un Pelléas et Mélisande in cui ci ripromettiamo assai anche dalla regia di Daniele Abbado (dal 18 giugno). Questa edizione del capolavoro di Debussy si avvale delle scene di Giovanni Carluccio e di un cast prestigioso, ma per ora incompleto (Monica Bacelli, Roberto Frontali, Ferruccio Furlanetto, Sonia Ganassi, Silvia Frigato). Da segnalare fra le proposte teatrali l’inquietante e affilato Giro di vite di Benjamin Britten (al Goldoni dal 22 maggio, Jonathan Webb sul podio, regia di Benedetto Sicca).

Il piacere di avere lo scintillante Candide di Leonard Bernstein diretto dall’efficace John Axelrod e con un cast in cui segnaliamo almeno la Cunegonde di un eccellente e versatile soprano di coloratura come Laura Claycomb (dal 23 maggio), ebbene, questo piacere non risarcisce del tutto il fatto che anche questo Maggio resti deficitario sul teatro musicale contemporaneo, rimandando alla prossima stagione, a detta di Francesco Bianchi in accordo con il compositore e per motivi squisitamente logistici, la nuova opera di Fabio Vacchi (così come si era due anni fa cancellata la coproduzione con altri teatri e festival per Written on Skin di George Benjamin). Completano il cartellone sinfonico l’Orchestra Giovanile Italiana, il concerto diretto da Daniele Rustioni, l’Orchestra Haydn di Bolzano, l’orchestra di Kyoto; per quel che riguarda i recital c’è una brillante sfilata di pianisti giovani e promettenti intorno a big come Lang Lang, Murray Perahia, Grigory Sokolov, c’è la strepitosa percussionista Evelyn Glennie, ci sono i Cameristi del Maggio e il coro del Maggio in programmi belli e tutt’altro che banali, e c’è l’inserimento in cartellone della finale del Premio Gui di musica da camera.

Come sempre negli ultimi anni il festival ha trovato il modo di “rimpolparsi”, com’era giusto, decidendosi a scoprire e valorizzare importanti e talvolta importantissimi artisti e realtà musicali a chilometro zero, ignorate al tempo delle vacche grasse. Dunque molte collaborazioni consolidate, e anche altro. Torna il Contempoartensemble con la monografia dedicata a Salvatore Sciarrino (il 9 maggio al Saloncino della Pergola), Federico Maria Sardelli per la musica antica, stavolta Orlandini e Veracini insieme al diletto suo Vivaldi (il 17 maggio alla Pergola), Maggio Elettrico con le due produzioni di Tempo Reale alla Limonaia di Villa Strozzi (12 e 13 giugno), e i “nuovi acquisti”: l’autentico e singolare protagonista – da decenni – della scena pianistica contemporanea  Giancarlo Cardini (il 12 maggio al Saloncino della Pergola) e Giancarlo Cauteruccio – Teatro Krypton che con Tre movimenti di luce. Rumore Tremore Fulgore (il 10 e 11 giugno) rende omaggio al 750.mo dantesco. Resta la questione della cancellazione di Maggiodanza, e infatti questo, se la memoria non ci inganna, sarà il primo Maggio senza una produzione coreografica propria ma con ospitalità ad una produzione di danza contemporanea coreana, Bul-Ssang, proposta da Fabbrica Europa (il 26 e 27 giugno al Goldoni).