"Cena Pasolini"

Tutti artisti con Sieni nel segno di Pasolini

“Cena Pasolini” conclude a Bologna la lunga retrospettiva dedicata alla ricerca coreografica di Virgilio Sieni con artisti e non. A Moncalieri si parla di lavoro precario nelle tre ironiche pièce di Rémi De Vos. A Roma si affronta criticamente l’integrazione europea con “Sweet Home Europa” di Davide Carnevali (regia di F.Arcuri). Infine, due riprese da non mancare a Milano: “Emilia” di Tolcachir e “Zoo di vetro” diretto da A. CirilloRenato Palazzi

Cinque “Ultime cene” realizzate contemporaneamente, cinque coreografie create attorno ad altrettanti tavoli, per riprodurre  questo tema pittorico da lui già affrontato in altre occasioni, nel segno di Pasolini e del suo Vangelo secondo Matteo. L’azione coinvolge  novanta interpreti professionisti e non professionisti di età compresa fra i quattordici e gli ottant’anni,  mentre il pubblico si sposta liberamente da un tavolo all’altro, ma solo nell’area perimetrale. Con questa Cena Pasolini (foto), venerdì 3 e sabato 4 in una sala del Palazzo Re Enzo, si chiude la rassegna che Bologna ha dedicato a Virgilio Sieni e alla sua ricerca coreografica.

Il delicato argomento del lavoro – precario, part-time, free-lance e così via – è fra i più attuali nell’Italia di oggi. Il Teatro Stabile di Torino propone tre pièce ironiche e paradossali del francese Rémi De Vos, L’interinale, Profonda convinzione e Messa in folle – intrecciate fra loro e raccolte sotto il titolo comune Ti amo lavoro! – tutte dedicate all’influenza di questo problema sulla vita dell’individuo e sulle relazioni umane. La regia è di Beppe Rosso, gli interpreti sono Lorenzo Bartoli, Mario Pirrello e Francesca Porrini. Il debutto martedì 7 alle Fonderie Limone di Moncalieri.

Davide Carnevali è un autore trentaquattrenne nato a Milano ma attivo fra Berlino e Barcellona. In Sweet Home Europa vuole rappresentare le contraddizioni e i fallimenti della costruzione europea, partendo dal tema cruciale dell’integrazione: in scena ci sono tre personaggi, l’Uomo che ha lasciato la propria terra per cercare una nuova patria, l’Uomo che in quella patria detiene un potere, e fa di tutto per difenderlo, la Donna ancora alla ricerca di un sua identità e di un suo ruolo. Lo spettacolo di Fabrizio Arcuri è in programma da mercoledì 8 al Teatro India di Roma.

Claudio Tolcachir è l’ultimo esponente di quella corrente di autori e registi argentini – i cosiddetti teatristi – che in questi anni ha espresso una grande vivacità creativa: dopo i primi suoi testi visti in Italia, La omisión de la familia Coleman, Tercer cuerpo e El viento en un violín, Tolcachir torna da giovedì 9 al Teatro Grassi di Milano con uno spettacolo già proposto nella scorsa stagione a Brindisi e a Udine, Emilia, anch’esso incentrato su un distorto microcosmo famigliare, anch’esso nato nella piccola sala aperta al pubblico da lui allestita nel suo appartamento di Buenos Aires.

Una madre possessiva e aggrappata ai sogni della propria giovinezza, una figlia afflitta da timidezza patologica, un figlio che riesce a salvarsi solo fuggendo da quella casa: Zoo di vetro di Tennessee Williams è un dramma famigliare che Arturo Cirillo, interprete e regista, trasforma in dramma della memoria, una sorta di album di famiglia trasposto nei nostri anni Sessanta e scandito dalle canzoni di Luigi Tenco. La sua bella messinscena è da vedere anche per le magnifiche interpretazioni di Monica Piseddu e Milvia Marigliano. Da giovedì 9 al Teatro Menotti di Milano.

Tutti artisti con Sieni nel segno di Pasolini