L’immensa area della Fondazione Prada di Milano si adatta perfettamente al progetto coreografico ideato da Sieni, con il pubblico libero di seguire fra gli ambienti interni ed esterni un percorso che intreccia e mescola senza sosta tutti i livelli dell’esperienza della danza – Renato Palazzi
L’immensa area della Fondazione Prada, l’ex-distilleria di largo Isarco, a Milano, immaginosamente ristrutturata da Rem Koolhaas, è molto più di una semplice sede espositiva: nella sua elaborata geografia architettonica, è una vera e propria cittadella della percezione artistica, un labirinto di suggestioni culturali diverse, una fonte di interminabili sorprese per l’occhio e per l’intelletto, un’opera d’arte essa stessa, sostanzialmente compiuta nella propria autonoma stratificazione espressiva.
È un paesaggio mentale capace di rivolgersi direttamente alla sensibilità del visitatore, un imprevedibile concentrato di emozioni e di reazioni che può attrarre o può respingere, può soverchiare col suo segno estetico fortemente incombente o può liberare inusitate fantasie creative.
Che questo luogo emblematico di una città in trasformazione si aprisse alle discipline performative era praticamente inevitabile. E che ciò avvenisse attraverso un articolato progetto coreografico di Virgilio Sieni, appare quasi come un fatto naturale: Sieni è il geniale esponente di una ricerca sulla danza come linguaggio sospeso, sempre in bilico tra il gesto spontaneo, sottratto alla realtà quotidiana, e la sua alta formalizzazione artistica.
Negli ambienti interni ed esterni della Fondazione Prada, il Podium, lo scivolo che conduce verso il cortile antistante, il Cinema, la Biblioteca, il grande coreografo ha dislocato le varie fasi di un percorso che intreccia e mescola senza sosta tutti i livelli dell’esperienza della danza, la partecipazione di comuni cittadini di ogni età, anziani, ragazze, bambini, e l’apporto di ballerini professionisti, creazioni lasciate al loro stato nascente e altre portate a un elevato grado di cura stilistica, comportamenti intimi, come quelli tra madri e figli, e residui di memorie classiche legate a una mostra di reperti archeologici che si è tenuta in questi locali in precedenza, sacralità e minuti atteggiamenti della vita d’ogni giorno.
E tutto questo intersecarsi e sovrapporsi di visioni e sensazioni si produce a stretto contatto col pubblico, che si sposta, si trasferisce liberamente da un luogo all’altro, entra comunque in una relazione fisica con le caratteristiche dello spazio e con l’azione dei danzatori. Si può anzi dire che la massa degli spettatori, col suo avvicinarsi e allontanarsi, col suo raccogliersi o sparpagliarsi lungo invisibili geometrie generi e plasmi le forme dell’azione tanto quanto si lascia guidare da essa, in uno scambio costante in cui ciascuna delle componenti diventa parte di un organismo unico, un organismo collettivo vivo e in incessante pulsazione.
L’Atlante del gesto di Virgilio Sieni può essere seguito fino a sabato 3 ottobre, sia nelle fasi di ricerca che nei cicli coreografici completi.
Questo, nel dettaglio, il calendario dell’iniziativa: Podium: tutti i giorni dalle 11 alle 13 e dalle 17 alle 20 fasi di ricerca, il venerdì e il sabato alle 21 ciclo coreografico completo. Cinema: tutti i giorni dalle 14 alle 16 proiezioni, il venerdì e il sabato alle 21 solo coreografico. Biblioteca: da domenica 20 a giovedì 24 dalle 17 alle 20 pratiche rivolte a giovanissimi danzatori dai 10 ai 13 anni, da martedì 29 a venerdì 2 ottobre dalle 18 alle 20 pratiche rivolte a tutti.