Sbocciano i Fiori dell’Olimpo

Iniziato con l’attesissima performance dell’artista catalana Angelica Liddell, il 68° Ciclo di spettacoli classici del Teatro Olimpico di Vicenza prosegue con un cartellone fitto di appuntamenti di richiamo. A partire dall'”Odissea – Movimento n.1″ di Emma Dante. La regista guida la rassegna per il secondo annoEnzo Fragassi

C’era molta attesa per la “prima” nazionale del nuovo lavoro di Angelica Liddell, Prima lettera di san Paolo ai Corinzi, che ha inaugurato la 68.ma edizione del Ciclo di spettacoli classici al Teatro Olimpico di Vicenza. Attesa giustificata dal clamore che accompagna sempre ogni nuova creazione di questa controversa artista, che ancora una volta non ha tradito le attese del pubblico (leggi in proposito la chiara recensione di Maria Grazia Gregori). Ma in Italia, dopo svariati precedenti di cui forse il più eclatante – in ordine di tempo – era stata nel 2012 la riflessione di Romeo Castellucci sul volto di Gesù, si era creato un surplus di tensione grazie ai soliti censori “preventivi”, che sognano di vietare ciò che ancora non è stato visto. A loro, la direttrice per il secondo anno consecutivo della rassegna, la “tosta” regista palermitana Emma Dante, aveva risposto con una dichiarazione che non lascia adito a repliche: “Con la programmazione al Teatro Olimpico ho fatto delle proposte che ritengo interessanti e innovatrici ma non obbligatorie. L’arte ha diritto di essere complicata e controversa, sta allo spettatore decidere se prendere parte a questa complessità, ma nessuno può vietargli di farlo, perché solo una dittatura impone cosa deve essere visto e cosa deve essere fatto”. Semmai fa piacere aggiungere, “ex post”, che almeno la sera della “prima” il pubblico del teatro coperto più antico al mondo ha saputo dimostrarsi all’altezza di tale fama, gradendo o meno lo spettacolo ma comunque considerandolo per ciò che è: il prodotto di una riflessione artistica su temi che non tramontano mai, “classici”, appunto.

Sul filo della classicità, ma interpretata con sguardo contemporaneo e mai scontato, si snoderà del resto l’intero Ciclo, a cui Emma Dante ha voluto imprimere, da un lato, un respiro europeo invitando il coreografo e performer greco Dimitris Papaioannou, dall’altro puntando decisamente sui giovani: il prossimo spettacolo in programma sabato 26 e domenica 27 settembre, intitolato Odissea – Movimento n.1, è infatti il prodotto del lavoro svolto dalla regista con gli allievi della “Scuola dei mestieri dello spettacolo” del Teatro Biondo di Palermo, che la stessa Dante dirige, con l’aggiunta di un drappello di interpreti in corso di selezione a Vicenza grazie a un laboratorio  preso letteralmente d’assalto dagli aspiranti interpreti. Lo sguardo della Dante sul poema omerico si era già posato l’anno scorso, quando assistemmo a Io, Nessuno e Polifemo. In Odissea – Movimento n.1, esso migra sul rito di passaggio all’età adulta compiuto dal figlio dell’eroe di Itaca, Telemaco, durante la lunga attesa del ritorno del padre.

Venerdì 2 e sabato 3 ottobre le celebri quinte del teatro progettato dal Palladio e terminato dallo Scamozzi nell’ultimo quarto del XVI secolo, si apriranno su un’altra “prima” italiana, la “materia originaria” (Primal Matter ne è il titolo) su cui il greco Dimitris Papaioannou ha incentrato la sua pièce per due danzatori. Uno, senza vestiti, incarnerà il mito classico e primitivo, la perfezione del corpo tanto cara agli scultori greci ed ellenistici; l’altro, vestito, sarà invece il nostro prossimo, il vicino di casa, il collega d’università, l’uomo contemporaneo insomma. Papaioannou, performer, artista visivo e disegnatore oltre che coreografo, si mise in luce nel 2004 firmando la cerimonia di chiusura dei Giochi Olimpici, svoltisi nella capitale greca Atene. Secondo alcuni storici dell’economia, proprio da quell’evento scaturirono alcuni dei guai finanziari che hanno poi travolto il fragile paese mediterraneo, in cui tuttavia riposa – e sarebbe bene non dimenticarlo mai – l’essenza di tutto ciò che è stato e sarà il mondo occidentale. Ecco forse individuata un’altra chiave di lettura di un lavoro che indaga proprio le radici del nostro comune intendere la cultura.

Il Ciclo di spettacoli classici prosegue sabato 9 e domenica 10 ottobre con l’adattamento alla scena del Teatro Olimpico del fortunato spettacolo di Vincenzo Pirrotta Eumenidi, già presentato alla Biennale Teatro di Venezia. Un altro approccio decisamente originale, quello del “cuntista” siciliano Pirrotta alla tragedia classica di Eschilo. Ben noto al pubblico teatrale per i suoi trascorsi accanto al “puparo” Mimmo Cuticchio, suo maestro, e soprattutto per la sua capacità di rivestire di nuovo gli archetipi del teatro classico, Pirrotta ha lavorato sulla traduzione di Pier Paolo Pasolini del testo eschileo. Con lui in scena Giovanni Calcagno, Marcello Montalto, Salvatore Ragusa e Maurizio Rippa.

Venerdì 16 e sabato 17 sarà invece il regista partenopeo Davide Iodice a mostrare il lavoro svolto sul testo di Valeria Parrella, autrice contemporanea che ha già all’attivo altri lavori a confronto con la sostanza del Mito. In questo Euridice e Orfeo, in cui l’ordine classico si sovverte, a incarnare i due innamorati e sfortunati protagonisti saranno Michele Riondino e Federica Fracassi, l’uno reduce dai successi del “giovane Montalbano” televisivo, l’altra premiatissima attrice dalla rara sensibilità per la scena.

I Fiori dell’Olimpo, fiori che Emma Dante ha definito “fiori strani, di una pianta rara che non si è mai vista”, sbocceranno per l’ultima volta quest’anno da mercoledì 28 a venerdì 30 ottobre, dove altri due validissimi interpreti di teatro ma anche di cinema – Valeria Solarino e Michele Di Mauro – saranno protagonisti di un’anteprima assoluta: Palamede. L’eroe cancellato, una spettacolo scritto e diretto da Alessandro Baricco. Sfidante uscito perdente dal confronto con Odisseo, favorito dagli dei, Palamede fu radiato, cancellato dalla memoria degli antichi, tanto che il suo nome non ricorre mai nel poema omerico. Baricco ne ha però inseguito le tracce giunte fino a noi attrraverso Filostrato, Apollodoro e Ditti Cretes, adattando poi un raro monologo scritto da Gorgia da Lentini in memoria di questo valido combattente, ingiustamente accusato di tradimento durante l’assedio di Troia. “Ho pensato di sottrarre all’oblio la storia di Palamede – ha detto Baricco presentando lo spettacolo -. Mi piaceva raccontarla, in qualche modo”. Il modo prescelto si vedrà appunto a teatro, con l’assistenza alle luci e alle scene di Roberto Tarasco, che l’ha riempita con solidi in vetro capaci di evocare in modo inconsueto le architetture classiche.

Per chi volesse saperne di più, tutte le info si trovano QUI. Come ogni anno, poi, è possibile partecipare agli incontri col publico che seguiranno ogni debutto. Quello con Emma Dante si terrà domenica 27 settembre alle 18,30; sabato 10 ottobre sarà invece la volta di Vincenzo Pirrotta.

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