In cui si ricorda con affetto la figura di Augusto Bianchi Rizzi, si parla (bene) di questa estate teatrale e si rende il (giusto) omaggio ai “militi ignoti” dei festival. I Post riprendono fra poche settimane – Renato Palazzi
Rosanna, la moglie di Augusto Bianchi Rizzi, l’avvocato-drammaturgo milanese scomparso di recente, ha compiuto un gesto di grande sensibilità per ricordarlo. Poiché Augusto da sempre era amico e sostenitore di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza del carcere di Volterra, lei ha messo in vendita tutti gli arredi e gli oggetti dell’appartamento in cui si tenevano ogni settimana i famosi “Giovedì”, l’ultimo vero cenacolo culturale italiano, e ha devoluto il ricavato alla costituzione di un archivio storico della compagnia, una preziosa documentazione dei ventisette anni di attività degli attori-detenuti, intitolata a suo marito: il materiale cartaceo è stato affidato alla biblioteca Guarnacci di Volterra, le circa millecinquecento ore di riprese video delle prove e degli spettacoli all’Università di Bologna, dove saranno consultabili anche da remoto.
L’estate 2015 è risultata finora al di sopra di ogni aspettativa, un susseguirsi di proposte interessanti o sorprendenti. Fra Testament delle She She Pop, Ma di Antonio Latella, Shakespeare. Know well di Armando Punzo, Breivik’s Statement di Milo Rau, Archive di Arkadi Zaides, Das Weisse vom Ei di Christoph Marthaler – per citare solo quelli cui ho assistito personalmente – non saprei fare una classifica di importanza. E non vanno dimenticati, fra i tanti, Milite ignoto di Mario Perrotta, La beatitudine di Fibre Parallele, Timeloss di Amir Reza Koohestani, Il matrimonio di Maria Braun di Thomas Ostermeier, e poi Metamorfosi di Roberto Latini e MDLSX dei Motus, che non ho ancora visto, ma di cui mi dicono molto bene. È un raccolto ricchissimo, che solo il teatro può offrire: né il cinema, né la letteratura né alcun altra disciplina artistica riescono infatti a colpire e a spiazzare con una simile varietà di linguaggi, di stili, di esperienze.
Si destreggiano fra programmazioni caotiche, sovrapposizioni di orari, materiali informativi di difficile decifrazione. Ci soccorrono quando non sappiamo come orientarci, cosa non perdere e a cosa rinunciare senza danni. Se è il caso, ci prenotano stanze d’albergo e biglietti aerei o ferroviari. Le ragazze degli uffici-stampa sono gli autentici militi ignoti dei festival. Nel caldo torrido, nel caos di stanze affollate paiono sul punto di soccombere, ma sono vive e lottano insieme a noi. Non potendo citarle tutte, vorrei ricordare almeno quelle che mi hanno amorevolmente accudito in questa estate 2015: Marina Saraceno dei Teatri del Sacro, Roberta Canevari delle Colline Torinesi, Renata Viola di “Da vicino nessuno è normale”, Elisabetta Cosci di “Inequilibrio”, Rosalba Ruggeri del Teatro delle Albe, Silvia Pacciarini di Santarcangelo, le Pepita Promoters di Volterra Teatro, Elisa Sirianni del Teatro Povero di Monticchiello, Emanuela Caldirola della Biennale Teatro di Venezia. Grazie, e buone vacanze a tutte voi.