L’attività teatrale riparte a pieno ritmo con Short Theatre di Roma. Fra gli ospiti di ques’edizione la compagnia catalana El conde de Torrefiel, Alessandro Sciarroni, Ana Borralho e João Galante, Daria Deflorian e Antonio Tagliarini, i Rimini Protokoll. Sempre nella Capitale, “Ritratto di una nazione – L’Italia al lavoro”, un progetto a più voci in cui venti autori, diretti da Fabrizio Arcuri, riflettono sul presente partendo dal tema cruciale del lavoro. Infine a Milano parte “Tramedautore”, che, sotto la direzione di Benedetto Sicca, apre alla danza, alla performance, alle azioni di strada – Renato Palazzi
Dopo un’estate che è apparsa forse meno scoppiettante di quella dello scorso anno, l’attività teatrale sembra essere ora ripartita a pieno ritmo, con alcuni appuntamenti che si preannunciano interessanti. A Roma la compagnia catalana El conde de Torrefiel, una delle rivelazioni del 2016, ha inaugurato con Guerrilla (foto) la dodicesima edizione del festival Short Theatre. Replica venerdì 8 al Teatro India, poi lo spettacolo sarà a Milano, al Teatro dell’Arte, giovedì 14 e venerdì 15.
Fra gli altri titoli in programma a Short Theatre, Don’t be frightened of turning the page di Alessandro Sciarroni (8, 9), Trigger of happiness dei portoghesi Ana Borralho e João Galante, che interrogano un gruppo di ragazzi romani sul concetto di felicità (8,9), Cinéma imaginaire, una performance partecipativa di Lotte Van Den Berg in cui Daria Deflorian e Antonio Tagliarini guidano il pubblico in un ambiente urbano invitandolo a immaginarvi un proprio ipotetico film (9, 10). I Rimini Protokoll, in Nachlass, creano invece un’installazione in cui otto persone giunte al finire della loro vita raccontano in video ciò che resterà di loro dopo la morte (13 – 17).
Sempre a Roma, al Teatro Argentina, da lunedì 11 a sabato 16 va in scena Ritratto di una nazione – L’Italia al lavoro, un progetto a più voci che riprende ed estende il Ritratto di una capitale realizzato tre anni fa, in cui ventiquattro autori raccontavano a modo loro una giornata della città. In questo caso gli autori sono venti, uno per ogni regione italiana, oltre a un prologo scritto da Elfriede Jelinek, e offrono ciascuno una propria riflessione sul presente partendo dal tema cruciale del lavoro. I dieci testi presentati in questa prima tornata – con un “montaggio” drammaturgico di Roberto Scarpetti, e la regia di Fabrizio Arcuri – sono firmati da Marta Cuscunà, Davide Enia, Renato Gabrielli, Saverio La Ruina, Alessandro Leogrande, Marco Martinelli, Michele Murgia, Ulderico Pesce, Vitaliano Trevisan, Wu Ming 2 con Ivan Bentrari. Fra gli interpreti Giuseppe Battiston, Francesca Ciocchetti, Maddalena Crippa, Gigi Dall’Aglio, Michele Di Mauro, Michele Placido, Arianna Scommegna.
Si presenta con un look completamente rinnovato “Tramedautore”, tradizionale osservatorio sulla nuova drammaturgia, affidato da quest’anno alla direzione artistica di Benedetto Sicca: è evidente, fin dall’elenco degli spettacoli selezionati, l’idea di aprire ad altre forme espressive, alla danza, alla performance, alle azioni di strada. L’apertura, mercoledì 13, è affidata a Giorgio Barberio Corsetti, che con Gaia Saitta allestisce Mi sa che fuori è primavera di Concita De Gregorio. Seguono, fra gli altri, Chiara Guidi, che affronta un testo filosofico di Paul Valery, Monsieur Teste, col percussionista Michele Rabbia e il contrabbassista Daniele Roccato, e poi lo svedese Iggy Lond Malmorg che in 99 words for void e in Physichs and phantasma pone paradossali riflessioni sui valori europei di oggi, il collettivo olandese Wunderbaum, il gruppo belga IfHuman. Sul fronte più specificamente testuale, da segnalare Opera sentimentale di Camilla Mattiuzzo, I ragazzi del cavalcavia di Erika Z. Galli e Martina Ruggeri della compagnia romana Industria Indipendente, Todi is a small town in the center of Italy della discussa Livia Ferracchiati, reduce dalla recente Biennale Teatro di Venezia.