Tutti in forma con Fit Festival

In corso a Lugano la rassegna internazionale. Fra gli artisti ospiti Matthew Lenton, Sanja Mitrovic e Vladimir Aleksic, Francesca Garolla, Ahmed El Attar, Boris Nikitin. “Le serve” di Genet, nell’interpretazione di Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina è in scena a Milano, dove arriva anche il discusso regista americano Richard Maxwell con il suo gruppo New York City PlayersRenato Palazzi


È cominciato giovedì 28 a Lugano, a pochi passi da Milano, il FIT Festival, una bella rassegna molto attenta alle esperienze più innovative della scena internazionale contemporanea: nel programma di quest’anno, incentrato in particolare su temi politici, spicca il doppio spettacolo del regista scozzese Matthew Lenton, Striptease & Out at sea, dai testi di Slawomir Mrozek (repliche venerdì 29), I am not ashamed of my communist past dei serbi Sanja Mitrovic e Vladimir Aleksic (foto), una riflessione sulla ex-Jugoslavia (sabato 30), Tu es libre di Francesca Garolla, che racconta la radicalizzazione islamica di una giovane che vive in Francia (mercoledì 4), Before the revolution dell’egiziano Ahmed El Attar e lo spiazzante Hamlet dello svizzero Boris Nikitin (domenica 8).

Ispirato a un celebre fatto di cronaca nera che riempì i giornali dell’epoca, Le serve di Jean Genet è un feroce cerimoniale di teatro nel teatro, un enigmatico, inafferrabile rito di ambigua sovrapposizione tra vita e finzione, in cui due serve trascorrono le giornate a rappresentare ossessivamente l’uccisione della loro elegante e facoltosa datrice di lavoro. A riproporre il testo – ormai un classico del Novecento – è un trio di attrici formato da Anna Bonaiuto, Manuela Mandracchia e Vanessa Gravina, con la regia di Giovanni Anfuso. Lo spettacolo è in scena da martedì 3 ottobre al Piccolo Teatro Grassi di Milano.

Col suo gruppo dei New York City Players, Richard Maxwell è un discusso regista americano, noto soprattutto per certi arditi tentativi di sovrapposizione fra i linguaggi della rappresentazione e quelli della vita reale. Alla Triennale Teatro dell’Arte di Milano, dove arriva per la prima volta da mercoledì 4 a domenica 8 ottobre, Maxwell porta uno spettacolo che parte da un testo della drammaturga newyorkese Christina Masciotti, Vision disturbance, sul rapporto fra un’immigrata greca di mezza età affetta da una grave patologia della vista e l’oculista che la cura con terapie alternative alla medicina tradizionale.