Un Padre razionale

Gabriele Lavia in scena a Milano con “Il padre” di Strindberg in una rilettura che accentua la lotta fra razionalismo e superstizione. A Parma “Il silenzio del mare”, tratto dal leggendario romanzo clandestino di Vercors, regia di Raffaele Esposito. Ancora a Milano, la nuova tappa del progetto “HeartBreak Hotel” del collettivo Snaporaz e la farsa surreale “Io, mia moglie e il miracolo” di Gianni Vastarella, con la giovane compagnia Punta CorsaraRenato Palazzi

Da vedere, fino a domenica 25 all’Elfo Puccini di Milano, Il padre di Strindberg, che Gabriele Lavia affronta per la terza volta in carriera. Lo spettacolo è denso, a tratti ridondante, non privo di eccessi interpretativi da parte del regista-protagonista: ma il testo del 1887, per nulla datato, ha una costruzione inesorabile che conduce il personaggio a cadere fatalmente nella sua trappola mentale, e la messinscena di Lavia – mettendo un po’ in secondo piano il classico tema Novecentesco della lotta fra i sessi e dell’inferno della coppia – accentua molto l’aspetto della lotta fra un pensiero laico, razionalista, dominato dalla curiosità scientifica e una società prevalentemente femminile bigotta e superstiziosa.

Snaporaz è un talentuoso collettivo milanese che pratica un singolare metodo di lavoro: dopo avere inventato l’immaginario ambiente in cui si svolgeva la vicenda del suo primo spettacolo, HeartBreak Hotel, una sorta di enigmatico albergo “vivente” che costringe chi vi alloggia a confrontarsi fino in fondo coi propri fantasmi interiori per provare a liberarsene, ha costruito su questo luogo un articolato percorso che comprende testi teatrali, performance di danza, installazioni. La nuova tappa, HeartBreak Hotel stanza 207, che riprende e rielabora temi e personaggi del capitolo iniziale, è in scena al Teatro i fino a lunedì 26. Intorno al lavoro, l’esposizione delle tavole a fumetti realizzate da dieci autori diversi sulla storia precedente dei protagonisti, mentre domenica 25 la fotografa Federica Calzi ritrarrà gli spettatori che, dopo la replica, vorranno entrare nell’insidiosa stanza 207.

Sempre a Milano, alla Sala Fontana, fino a domenica 25 è in programma Io, mia moglie e il miracolo, una farsa surreale della giovane compagnia Punta Corsara in cui si parla di una coppia che non vede più la propria figlia, reclutata forse da un’ipotetica Scuola Moderna che sperimenta un nuovo progetto educativo, l’orario prolungato senza fine, e di un misterioso guaritore che arriva in paese a riportare in vita oggetti e persone, anche se nessuno sembra essere ufficialmente morto. Il testo dell’attore Gianni Vastarella, che firma anche la regia – mentre il regista abituale della compagnia, Emanuele Valenti, figura solo fra gli interpreti – era stato scritto nel 2015 per il festival Teatri del Sacro, dove lo spettacolo aveva debuttato.

Nella Francia occupata dai nazisti, un vecchio e sua nipote sono costretti a ospitare a casa loro un ufficiale tedesco: ogni sera l’uomo cerca di parlare con loro, ma i due esprimono la propria protesta opponendogli un ostinato silenzio. Il silenzio del mare, leggendario romanzo di Vercors, pseudonimo dello scrittore Jean Bruller, fu pubblicato clandestinamente, assumendo un immediato valore simbolico che ne ha garantito la diffusione in tutto il mondo. Nel ’47 ha ispirato un film di Jean-Pierre Melville. Ora l’attore Raffaele Esposito ne cura una versione per la scena che debutta venerdì 23 al Teatro Due di Parma, protagonisti lo stesso Esposito, il francese Thierry Toscan e la giovanissima Roxana Doran.

Foto di Tommaso Le Pera