Aspetta, padre mio, aspetta, aspetta…

Si intitola “Attends, attends, attends (pour mon père)” l’intenso spettacolo di Jan Fabre basato sull’addio all’amato genitore dell’attore Cèdric Charron, in scena a Milano. Il “Nullafacente” di Michele Santeramo (regia di Roberto Bacci) è a Pontedera. “Il sindaco del rione Sanità”, prima regia eduardiana di Mario Martone, è a San Giovanni a Teduccio. A Prato, il serrato confronto tra un professore di letteratura e un ladro è al centro dello spettacolo di Armando Pirozzi (regia di Massimiliano Civica). Bastano 50 mattoni a Riccardo Caporossi per costruire una pièce che riflette sulla tendenza dilagante a innalzare barriere per dividere, per respingere. In scena a Roma – Renato Palazzi

Da venerdì 3 a domenica 5 la Triennale Teatro dell’Arte di Milano, nella nuova direzione artistica di Umberto Angelini, propone un intenso spettacolo di Jan Fabre, Attends, attends, attends (pour mon père): prendendo spunto da una dolorosa vicenda personale realmente toccata a Cèdric Charron, interprete abituale dei suoi lavori, il grande regista, coreografo e artista visivo belga ha immaginato un ideale dialogo fra un figlio e il padre morente che egli – come una specie di amorevole Caronte – sta traghettando verso la fine, supplicandolo di aspettare ancora un poco, cercando di trattenerlo finché è possibile tra i vivi (foto).

Ne Il nullafacente Michele Santeramo si pone il problema della ricerca della felicità da un singolare punto di vista, quello di un personaggio che preferisce non fare nulla, che trova il proprio benessere, la propria soddisfazione nel sottrarsi all’attivismo da cui sono presi tutti coloro che gli stanno intorno: il suo modello, paradossalmente, è una pianta bonsai da cui vuole apprendere il segreto di un’apparente immobilità costrittiva, dentro la quale pulsa invece la vita. A mettere in scena la pièce, di cui sono protagonisti lo stesso Santeramo e Silvia Pasello, è Roberto Bacci, da venerdì 23 al Teatro Era di Pontedera.

Per quanto possa apparire strano, il napoletano Mario Martone non aveva finora mai affrontato un’opera del suo grande conterraneo Eduardo De Filippo. Per la sua prima esperienza eduardiana il regista ha scelto un testo dai risvolti amaramente attuali, Il sindaco del rione Sanità, e soprattutto ha scelto di rappresentarlo al Nest – Napoli Est Teatro di San Giovanni a Teduccio, una piccola sala che un gruppo di giovani attori ha ricavato da una palestra, in un quartiere un tempo preda della criminalità organizzata. Lo spettacolo, che debutta lunedì 6, è interpretato fra gli altri da Francesco Di Leva, Massimiliano Gallo e Giovanni Ludeno.

Al centro di Un quaderno per l’inverno, il nuovo testo di Armando Pirozzi, l’autore di riferimento di Massimiliano Civica, c’è un introverso professore di letteratura che, rientrando a casa, trova ad attenderlo un ladro armato di coltello: inizia così uno strano incontro fra due figure tanto diverse, un serrato confronto – destinato a protrarsi per tutta la notte – che non riguarda merci rubate ma i libri, la scrittura, intesa non come tecnica artistica, ma come concreta possibilità di cambiare la realtà. Affidato ad Alberto Astorri e Luca Zacchini, lo spettacolo di Civica è in scena da martedì 7 marzo al Teatro Fabbricone di Prato.

Il tema dei muri, costruzioni ideate per dividere, per respingere, nell’era di Trump e dei tanti tentativi di fermare le ondate migratorie è entrato prepotentemente a far parte della nostra quotidianità. Riccardo Caporossi, uno dei maestri del teatro italiano di ricerca, gli ha dedicato un delizioso, piccolo spettacolo, Mura, basato su cinquanta mattoni che le mani sapienti del performer smontano e rimontano in infinite combinazioni, torri, palazzi, castelli merlati dalle cui porte e finestre appaiono oggetti di ogni sorta, scalette, bandiere, periscopi, secchielli, che vengono usati per raccontare mille storie diverse. Da mercoledì 8 a Roma, nella Sala Squarzina del Teatro Argentina.