Silvia Poletti

Una vita in una riga. In ricordo di Silvia Poletti

Silvia Poletti, cofondatrice di Delteatro.it, stimata critica di danza e persona di straordinaria umanità, ci ha lasciato lo scorso 5 gennaio. La ricordiamo qui pieni di affetto e rimpianto – Enzo Fragassi

Suppongo tocchi a me. Suppongo tocchi a me misurare l’inadeguatezza di un breve testo di commiato da una persona straordinaria come Silvia Poletti, che ci ha lasciato lo scorso 5 gennaio. Suppongo tocchi a me farlo su questo sito che avevamo fondato dieci anni fa con Renato Palazzi e Maria Grazia Gregori, che non sono più con noi dal 2022, annus horribilis per tanti motivi.

L’amicizia con Silvia, con Renato ed MG, era nata con l’ingresso nel nuovo millennio, quando giovane e inesperto praticante avevo cominciato a occuparmi di alcuni dei siti tematici dell’allora Baldini Castoldi Dalai di Milano. La Baldini&Castoldi sul finire degli anni Novanta del secolo scorso aveva pubblicato il Dizionario dello spettacolo del ’900, a cura di Felice Cappa e Piero Gelli, una pubblicazione ardita negli intenti e forse non totalmente compiuta, che tuttavia ebbe il merito di occupare una nicchia allora vacante e che l’editore Alessandro Dalai seppe rivitalizzare grazie alla trasformazione in prodotto digitale on line. Silvia, Renato, Maria Grazia, e con loro Andrea Porcheddu, furono entusiasti di lasciarsi coinvolgere in quella che all’epoca appariva come una nuova eccitante scommessa: trasferire in rete  contenuti pensati per la fruizione tradizionale cartacea, arricchendoli con notizie sempre fresche, recensioni, approfondimenti, commenti e un cartellone in continuo aggiornamento. Era nato Delteatro.it.

Quell’avventura, in cui fui cooptato “in corsa”, come spesso avviene nella vita, si rivelò per me un grande momento formativo. Una vera “università” della critica teatrale e coreutica, in particolare dei nuovi linguaggi.

Con Silvia la differenza d’età era meno pronunciata e, unita alla sua profonda umanità, ci legò un’amicizia sincera, anche a dispetto della lontananza: io a Milano, lei sempre pronta a partire per recensire un balletto, tenere una lezione o una conferenza, ma legatissima alla sua Firenze, amata e odiata quando mostrava scarsa cura per le sue eccellenze culturali.

Quando la casa editrice versò in cattive acque e infine fallì, era il 2013, pensai che con essa rischiava di fallire anche Delteatro.it. Non desideravo che ciò accadesse e non lo desideravano Renato, Maria Grazia e Silvia. Improvvisandomi in molti ruoli che non mi appartenevano veramente decisi di rilevare il dominio che intanto era stato lasciato scadere e così, prima del 2014, Delteatro.it rinacque su una base totalmente diversa: da sito “profit” a blog “no profit”, animato solo dalla passione e dall’amore di “quattro amici al bar”. (Quante imprese solide o picaresche, coraggiose o sfrontate, sono nate attorno al tondo perfetto di un tavolino da caffè. Altro che “box della Silicon Valley”…)

Essendo un’operazione “di cuore” e non “di tasca”, il nuovo Delteatro è vissuto sempre della generosità dei suoi contributori, ai quali nel frattempo si era aggiunto Davide Annachini, fraterno amico e collega di Silvia, che aveva cominciato a recensire gli spettacoli d’opera lirica lasciati vacanti da quel meraviglioso battitore libero, tracimante erudizione, che era Piero Gelli. Quanto a me, avevo ormai preso per necessità una direzione un po’ divergente dal giornalismo, nel campo dell’editoria tradizionale, ma Delteatro.it non poteva e non doveva cessare di vivere. Mai, mai avrei pensato che, uno dopo l’altra, le tre figure-chiave del sito ci avrebbero lasciato nel breve volgere di un paio d’anni.

Ecco perché suppongo che oggi tocchi a me ricordare Silvia, che lottava da tempo per riprendersi da uno dei quei colpi che la vita ti rifila a tradimento, quando meno te lo aspetti. Per lunghi mesi la sua famiglia e i tanti che la conoscevano e le volevano bene hanno atteso con pazienza e fiducia che Silvia uscisse dal tunnel del destino. Nelle ultime settimane, grazie a uno scambio incerto e traboccante d’amore fatto di messaggi e di mail, avevamo ripreso a fare progetti e prometterci nuove avventure da preparare insieme nelle quinte di Delteatro.it.

Intanto, prodigio delle cure amorevoli, della volontà, del coraggio da leonessa di Silvia, sul finire del 2023 avevamo festeggiato il suo ritorno alla vita, che per lei significava ritorno alla scrittura. Le ultime righe del suo commosso omaggio all’amato Jiri Kylian apparso il 28 novembre sull’edizione on line del “Sole 24 Ore” rilette oggi tolgono il fiato: «una danza senza fine che tiene insieme le entrate e le uscite in un continuum, fino alla fine dei giorni». Una riga immensa, una vita immensa: quella di Silvia, finita troppo presto dopo l’ennesimo colpo di scena che ci ha lasciato attoniti storditi più soli.

Silvia Poletti