Prende le mosse da un’opera di Giotto l’ultima creazione di Romeo Castellucci/Socìetas Raffaello Sanzio in scena a Bologna. Luca Micheletti rilegge “La metamorfosi” kafkiana a Brescia, mentre Veronica Cruciani dirige “Peli” a Milano, dove vedere anche Tindaro Granata in “Invidiatemi come io ho invidiato voi” – Renato Palazzi
Si intitola Uso umano di esseri umani il nuovo spettacolo realizzato da Romeo Castellucci con la Socìetas Raffaello Sanzio, presentato a Bologna nell’ambito di un articolato progetto sul lavoro del regista che si intitola “E la volpe disse al corvo. Corso di linguistica generale” e proseguirà fino a maggio con una serie di altre proposte. Uso umano di esseri umani parte da un quadro, La resurrezione di Lazzaro di Giotto (nella foto), e dal recupero di una particolare lingua teatrale artificiale, la Generalissima, inventata dalla Socìetas nel 1985. Il debutto nazionale venerdì 14 all’ex-Ospedale dei Bastardini, in via D’Azeglio 41.
La metamorfosi è forse uno dei racconti più famosi ed emblematici di Kafka, ed è stato oggetto, negli anni, di numerosi e significativi adattamenti teatrali: a cimentarsi ora in questa impegnativa impresa – puntando sul problema della mancanza di solidarietà, sul bisogno di un soccorso che non viene accordato – è il giovane attore, regista e drammaturgo Luca Micheletti, che l’affronta a Brescia con un interessante compagnia di cui fa parte egli stesso con Dario Cantarelli, Laura Curino e Claudia Scaravonati. Il debutto martedì 18, al Teatro Santa Chiara.
Veronica Cruciani è una brava regista da sempre attenta alla nuova drammaturgia, come ben sa chi ricorda le sue messinscene de Il ritorno di Sergio Pierattini o dell’incalzante La palestra, da un testo dello scrittore di thriller Giorgio Scianna. In Peli la giovane autrice Carlotta Corradi immagina il rapporto sempre più teso fra due donne che cambiano via via il proprio linguaggio durante una partita di burraco. La Cruciani ne ha affidato i ruoli a due attori di sesso maschile, Alex Cendron e Alessandro Riceci. Da martedì 18 alla Sala Bausch dell’Elfo Puccini di Milano.
Se ne è già parlato tante volte, ma vale la pena di ripeterlo: Invidiatemi come io ho invidiato voi, lo spettacolo scritto e diretto dal giovane Tindaro Granata, è uno dei “casi” più eclatanti dell’anno. La materia, che prende spunto da un vero fatto di cronaca, lo stupro e l’uccisione di una bambina da parte del ricco amante della madre, forse tacitamente complice, è inquietante: ma il lavoro è interessante nel suo insieme, per la particolare tecnica compositiva, per il taglio, per il tipo di recitazione. Da vedere, da martedì 18 nella Sala Fassbinder dell’Elfo Puccini di Milano.