Il capolavoro del compositore francese in scena dall’8 al 30 aprile, dirige Antonio Pappano, regia di David McVicar. Cast delle grandi occasioni, con Antonacci, Kunde, Barcellona – Enzo Fragassi
Il capolavoro di una vita, destinato a essere apprezzato nella sua interezza solo dai posteri. Potrebbe essere così riassunto il destino – comune ad altre celebri opere – che ha accompagnato Les Troyens di Hector Berlioz, prossimamente in scena al Teatro alla Scala dall’8 al 30 aprile, nuova produzione con Royal Opera House, Covent Garden di Londra, Wiener Staatsoper e San Francisco Opera. Cinque fra le maggiori istituzioni operistiche e musicali del mondo hanno unito gli sforzi per rappresentare il compendio musicale del musicista francese, capace di suscitare grandi amori e altrettanti odii (celebre è rimasta la sua amicizia iniziale, trasformatasi poi in totale disistima reciproca, per Richard Wagner).
“Grand-opéra in cinque atti”, Les Troyens non fu rappresentata nella sua interezza che nel 1890 al teatro di corte di Karlsruhe, ben ventuno anni dopo la scomparsa del suo autore, che dovette “accontentarsi” di dirigerla monca di tutta la prima parte il 4 novembre 1863 presso il Théâtre Lyrique dell’amico baritono Lèo Carvalho, senza suscitare l’entusiasmo che avrebbe meritato nel pubblico parigino, probabilmente non ancora avvezzo al complesso idioma musicale messo a punto da Berlioz, anche raffinato studioso e critico musicale.
Tratta dall’Eneide di Virgilio ma con un voluto richiamo al “metodo” shakespeariano (non molto ben visto al tempo al di qua della Manica…), Les Troyens è certamente “l’opera della vita” di Berlioz, che l’aveva composta su sollecitazione del amico Franz Liszt e della principessa Caroline Sayn-Wittgenstein fra il 1856 e il ’58, dovendo tuttavia attendere fino al ’63 per poterla mettere in scena, per altro – come accennato – in versione “ridotta” sotto il titolo Les Troyens à Carthage.
Quella che vedrà il pubblico scaligero è invece la versione completa, che può vantare un cast d’eccezione, con il Maestro Antonio Pappano sul podio e la regia di sir Davic McVicar. Non da meno appare la compagine canora, che schiera Anna Caterina Antonacci nel ruolo della profetessa inascoltata Cassandra, Daniela Barcellona in quello dell’innamorata regina Didone che perderà l’amato Enea (il tenore Gregory Kunde, già recente splendido Otello a Genova) richiamato dal “dovere” divino al di là del Mediterraneo per fondare l’Urbe romana. In cartellone, fra gli altri, anche Fabio Capitanucci (Chorèbe) e Alexandre Duhamel, al debutto scaligero.
Come di consueto, La Scala introduce all’ascolto e alla visione il pubblico di Les Troyens con l’appuntamento “Prima delle prime” che si tiene oggi alle 18 presso il ridotto dei palchi “A. Toscanini”. All’incontro, ad ingresso libero fino a esaurimento dei posti, parteciperà Olga Visentini, musicologa e docente di “Storia ed estetica musicale” presso il Conservatorio “G. Tartini” di Trieste.
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