Il festival di arti performative prede il via a Milano, dove segnaliamo anche “Svenimenti” delle Belle Bandiere e “Divine parole” (regia di D. Michieletto). “La lezione” di Ionesco è a Genova (regia di V. Binasco). A Grugliasco, infine, si celebrano le Giornate mondiali della Marionetta – Renato Palazzi
Si celebra da venerdì 20 a domenica 22, presso l’Istituto dei Beni Marionettistici di Grugliasco, nei pressi di Torino, la Giornata Mondiale della Marionetta, promossa dall’associazione internazionale UNIMA. Il programma prevede un convegno sulla rete degli Archivi di UNIMA/Italia, una mostra sulla costumista e scenografa Santuzza Calì, un’altra mostra sul grande Défilé per ottocento danzatori e seicento marionette ideato da Torinodanza per la Biennale de la Danse de Lyon, dieci spettacoli e due piccole maratone notturne di burattinai e marionettisti.
La lezione è uno dei testi più noti ed emblematici di Ionesco, che nel corso del tempo è stato affrontato in varie chiavi interpretative. Il regista Valerio Binasco prova ora ad allestirlo in un’insolita dimensione realistica, fra bicchieri sporchi e sacchi della spesa: l’anziano professore conserva in una scatola svastiche e altri cimeli delle varie dittature, e al posto della governante c’è uno strambo maggiordomo dall’aria poco affidabile. Lo spettacolo, con Enrico Campanati, Elena Gigliotti e Franco Ravera, debutta in prima nazionale venerdì 20 al Teatro della Tosse di Genova.
È un momento in cui si dedica particolare attenzione al Cechov dei testi brevi e “minori”, e anche la compagnia Le belle bandiere affronta l’autore russo in questa prospettiva: si intitola Svenimenti – anche in omaggio al grande Mejerchol’d, e ai suoi famosi Trentatre svenimenti – il collage cechoviano di racconti, lettere, atti unici caratterizzati dal tema comune dei cedimenti emotivi a cui sono esposti di continuo i personaggi. Lo spettacolo, ideato e interpretato da Marco Sgrosso ed Elena Bucci, con la regia di quest’ultima, arriva martedì 24 al Teatro Menotti di Milano.
Divine parole dello spagnolo Ramón del Valle-Inclán – autore bizzarro e visionario, di difficile collocazione – è un testo del 1920, che ruota attorno a un gruppo di emarginati, ruffiani, ladri, prostitute, e a un bambino nato deforme che viene esposto nelle fiere. In Italia lo ha rappresentato una quarantina d’anni fa Franco Enriquez. A riproporlo, al Teatro Studio di Milano, è ora Damiano Michieletto, regista quarantenne noto soprattutto nel mondo della lirica, che al Piccolo aveva portato un non indimenticabile Ispettore generale di Gogol. Da vedere, perché qualcuno sta accreditando Michieletto fra i possibili eredi di Ronconi.
Si svolge da mercoledì 25 a domenica 29 al Teatro Franco Parenti, alla Fondazione Adolfo Pini e al DiDstudio di Milano la tredicesima edizione del festival Uovo, la bella rassegna di esperienze creative al confine delle discipline: tra gli artisti presenti, il regista-coreografo Laurent Chétouane con M!M (foto), dal testo Politiche dell’amicizia di Jacques Derrida, la compagnia MK, i performer svizzeri Massimo Furlan e Martin Schick, Silvia Costa col suo nuovo lavoro, A sangue freddo, Alessandro Sciarroni con Joseph_kids, uno spettacolo destinato ai bambini.