Nell’ambito del festival “Intercity” Sandro Mabellini firma la messinscena italiana del celebre romanzo di Irvine Walsh “Trainspotting”. A Trieste “Das Kaffeehaus” di Fassbinder, regia di Veronica Cruciani. A Milano i “10 mini balletti” del Collettivo cinetico e la seconda tappa della “Trilogia della fine del mondo” di Mariano Dammacco. A Bolzano il progetto teatral-musicale di Daniele Ciprì con protagonista il pianista jazz Stefano Bollani – Renato PalazziIspirato a un romanzo dello scrittore scozzese Irvine Welsh, da cui Danny Boyle ha ricavato nel ’96 un film di successo, Trainspotting è poi diventato un testo teatrale dell’autore libanese trapiantato in Canada Wajdi Mouawad sulle vicissitudini di un gruppo di giovani tossicodipendenti di Edimburgo: Sandro Mabellini, regista sempre attento alle espressioni della nuova drammaturgia, lo rappresenta in uno spettacolo che ha debuttato lo scorso settembre ai Quartieri dell’Arte di Viterbo (foto), e che è ora in programma, da venerdì 28 a domenica 30, al Teatro della Limonaia di Sesto Fiorentino, nell’ambito del festival Intercity.
Das Kaffeehaus è l’acre adattamento della Bottega del caffé di Goldoni, scritto e allestito nel 1969 da Rainer Werner Fassbinder: il cineasta e drammaturgo tedesco esaspera i toni della commedia, tratteggiando il ritratto di una società viziosa e corrotta, dedita solo al culto del denaro. A riprendere il pungente testo è ora la regista Veronica Cruciani, che ne fa uno specchio del nostro presente ambientando la vicenda nella Venezia di oggi. Lo spettacolo è in scena da martedì primo novembre nella Sala Bartoli del Politeama Rossetti di Trieste, con la compagnia dello Stabile del Friuli Venezia Giulia capeggiata da Graziano Piazza.
Da non perdere i 10 mini balletti del Collettivo Cinetico, in scena da mercoledì 2 a venerdì 4 novembre all’Elfo Puccini di Milano: Francesca Pennini, ingegnosa coreografa e direttrice artistica del gruppo, si esibisce personalmente in una travolgente prova di bravura in una performance che attinge ad appunti e disegni di coreografie mai eseguite, trovati su un quadernetto delle scuole elementari. Al corpo proteso e inarcato in faticosi esercizi atletici della danzatrice si aggiungono un grande ventilatore, un drone che volteggia nell’aria, un mucchio di piume che compiono la loro danza spandendosi per tutto il palcoscenico.
È difficile capire prima, senza vederlo, cos’è esattamente Wonderland, un imprevedibile progetto teatrale-musicale di Daniele Ciprì, estroso regista e sceneggiatore cinematografico palermitano, che l’ha ideato in collaborazione con Daniele Bruè e Nicola Ragone, protagonista Stefano Bollani: sulle note del celebre pianista si dipana una serie di storie stralunate al centro delle quali c’è una diva della lirica sul viale del tramonto, un cieco che scende a patti con la morte, un famoso chef francese che deve cucinare per un cane. Lo spettacolo verrà proposto da giovedì 3 a domenica 6 novembre allo Stabile di Bolzano.
Seconda tappa di una “Trilogia della fine del mondo”, Esilio di Mariano Dammacco affronta un tema di scottante attualità, quello di un uomo che ha perduto il suo lavoro, e in questo vuoto che gli si è aperto davanti si interroga sulla propria identità e sul senso da dare alla propria vita. Il testo, ironico e amaro, viene presentato al Campo Teatrale di Milano da giovedì 3 a domenica 6 novembre, dalla Piccola Compagnia Dammacco, una formazione dallo stile raffinato, che propone delle creazioni dal taglio ferocemente surreale, e vede in scena l’autore stesso al fianco di Serena Balivo.