Che il palcoscenico fosse il luogo di Jacopo Gassmann si era capito fin dai suoi precedenti esordi alla regia. Ma nel testo dell’inglese Chris Thorpe, autore di un teatro eminentemente di parola, la direzione del più giovane della schiatta del grande Vittorio è apparsa illuminante e sorprendente – Maria Grazia Gregori
Già dai tempi in cui al benemerito Teatro dell’Elfo si è visto l’inquietante Pace perpetua di Juan Majorga con l’illuminante e sorprendente regia di Jacopo Gassmann è stato chiaro agli spettatori come a chi scrive che il più giovane (ha trentasette anni) della schiatta del grande Vittorio non doveva essere perso di vista. Ecco che il pubblico che ha affollato le poche recite di suoi due spettacoli (sempre all’Elfo) magari avendo superato gli scogli della lista d’attesa ha avuto la conferma che il palcoscenico è “il luogo” di Jacopo. Che qui ha presentato, da lui tradotti, due testi, There Has Possibly Been an Incident e Confirmation dell’inglese di Manchester Chris Thorpe, autore sulla cresta dell’onda.
Innamorato del teatro anglosassone che come si sa è essenzialmente di parola e pensato – anzi scritto – per essere recitato, Jacopo Gassmann ha saputo ritagliarsi uno spazio apparentemente defilato: in realtà è onnipresente nel senso che nei suoi spettacoli si percepisce la presenza di un rapporto molto stretto fra attori, regista, spettatori, autore (fra l’altro, in questo caso, presente in sala). Come se gli interpreti (per Confirmation lo spettacolo che ha un unico interprete: Nicola Pannelli, in un tour de force notevole) dicessero non appena entrati in scena: “ecco sono qui, dov’è quello con cui posso fare una battaglia di parole?”
Dunque: palcoscenico chiuso su quattro lati, un quadrato che potrebbe essere un ring mentale, spettatori coinvolti non tanto in una lezione accademica né, tantomeno, dal fascino ambiguo di un ciarlatano, ma da un flusso ininterrotto di parole, di interrogativi, di provocazioni che ci vorrebbe testimoni ma anche, forse, in qualche modo seguaci. Confirmation inizia con un gioco ispirato dal test inventato dallo psicologo cognitivo Peter Wason nel 1960, basato su tre numeri 2-4-6 attraverso il quale Chris, il protagonista, si rivolge agli spettatori proponendo loro di trovare altre triplette di numeri per dimostrare che le persone tendono a muoversi entro un campo legato alle loro convinzioni acquisite.
Chris è una specie di suprematista bianco, membro del partito di estrema destra British National Party. In realtà anche se è solo in palcoscenico, talvolta con un microfono in mano oppure no, in maglietta o in camicia bianca, seduto o vagante per il suo solitario ring, Chris ingaggia, dopo quello con gli spettatori, un vero e proprio corpo a corpo con un interlocutore che non vediamo ma che viene continuamente citato, tale Glen, professore universitario liberal: quasi un gioco delle parti, un vero e proprio contraltare, forse, addirittura, un alter ego. E tutto avviene in un continuo andare su e giù come su di un’altalena mentale ma anche comportamentale e, in senso lato, politica fra un sì e un no dove si tende con una dialettica solo un po’ rozza, mostrare un evento e il suo contrario, sfruttando domande o affermazioni imbarazzanti come la negazione dell’Olocausto, il sostegno provocatorio per la strage compiuta da un nazista sui giovani liberal riuniti nell’isola di Utoya, ecc. Il problema per chi parla ma anche per chi ascolta è capire se il senso delle cose è identico per me anche se mi trovo di fronte a uno come me che però non pensa come me.
Thorpe va alla ricerca di un teatro come luogo (drammaturgico? reale?) in cui riflettere come pensare. Come se in uno spazio all’apparenza asettico o comunque protetto entrasse improvvisamente la vita perché – pensa l’autore e con lui anche il regista e chi scrive – il teatro è un buon posto per tenere una conversazione.
Visto al Teatro Elfo Puccini di Milano. Nella foto in alto, Nicola Pannelli in scena.
Confirmation
Il teatro di Chris Thorpe – Un progetto di Jacopo Gassmann
traduzione e regia Jacopo Gassmann
con Nicola Pannelli
luci Gianni Staropoli
tecnico luci e audio Marco Guarrera
produzione Centro culturale mobilità delle arti / Corrado Russo
con il supporto del British Council
Vincitore del Edinburgh Fringe First – 2014