Tamerlano palermitano

Luigi Lo Cascio porta in scena a Palermo il “Tamerlano” di Marlowe, raramente visto in Italia. A Firenze, Giancarlo e Fulvio Cauteruccio ripercorrono la vicenda del poeta e rivoluzionario greco Alexandros Panagulis in “Prigionia di Alekos”. È un concentrato di testi pinteriani “Night Bar”, che Valerio Binasco porta in scena a Prato. “Settimo cielo” di Caryl Churchill è la proposta del collettivo Angelo Mai col Teatro di Roma. A Milano, da vedere Maria Paiato in “Stabat mater” di Antonio Tarantino, “Nella solitudine dei campi di cotone” di Koltès per la regia di Roberto Trifirò e “La domanda della regina” un testo insolito dello scienziato Guido Chiarotti e del dramnmaturgo Giuseppe ManfridiRenato Palazzi


Il Tamerlano di Christopher Marlowe è un testo di inusitata forza visionaria, raramente approdato sulle nostre scene. A riproporlo, in una riscrittura personale che ribalta il mito del guerriero sanguinario fanaticamente preso dalla sua smania di conquista, è Luigi Lo Cascio, regista e autore di un adattamento che coglie il condottiero mongolo in un momento di crisi e di ripensamento della propria storia. Protagonista dello spettacolo, in scena da venerdì 9 al Teatro Biondo di Palermo, che lo produce, è Vincenzo Pirrotta, un attore la cui potenza fisica e vocale sembra adattarsi alla perfezione alla statura titanica del personaggio creato dal grande autore elisabettiano.

Da sempre maestro di un teatro di ricerca dalla forte impronta tecnologica, Giancarlo Cauteruccio si volge ora a una vicenda politica dell’altroieri, la carcerazione di Alexandros Panagulis, poeta, rivoluzionario e grande oppositore della dittatura dei colonnelli nella Grecia degli anni Settanta. Prigionia di Alekos è il titolo del testo di Sergio Calesi, vincitore del Premio Pergola per la nuova drammaturgia, che Cauteruccio presenta da sabato 10 al Teatro Niccolini di Firenze, dando corpo all’immaginario, ai sogni, alle fantasie del recluso, interpretato da Fulvio Cauteruccio cui si affianca Roberto Visconti.

Night bar, lo spettacolo di Valerio Binasco in programma da martedì 13 al Teatro Metastasio di Prato, raccoglie quattro brevi testi di Harold PinterIl calapranzi, Tess, L’ultimo ad andarsene, Night – accomunati da una stessa ambientazione, un desolato baretto notturno, e popolati da una stessa umanità smarrita, che frequenta locali come quello alla perenne ricerca di qualcosa. La regia di Binasco pone in relazione fra loro queste quattro schegge esistenziali – che, salvo Il calapranzi, sono tutte poco note in Italia – come i tasselli di un unico mosaico. Gli interpreti sono Nicola Pannelli, Sergio Romano e Arianna Scommegna.

Prodotto dal collettivo Angelo Mai in collaborazione col Teatro di Roma, debutta martedì 13 al Teatro India – nell’ambito del progetto “Non normale, non rassicurante”, dedicato alle opere di Caryl ChurchillSettimo cielo, un testo del ’79 dell’autrice inglese, finora mai rappresentato in Italia. Il tema della commedia, che svaria su due fronti temporali, passando dall’Africa coloniale di fine Ottocento alla swinging London degli anni Settanta, è la ricerca da parte dei personaggi di una propria identità sessuale, al di fuori degli stereotipi e dei ruoli definiti. La regia e la scenografia sono di Giorgina Pi, fra gli interpreti Marco Cavalcoli, Sylvia De Fanti, Alessandro Riceci, Marco Spiga.

Fra i vari debutti milanesi, più che su Maria Paiato, che si misura per la seconda volta con Stabat mater di Antonio Tarantino, diretta in questo caso da Giuseppe Marini, al Piccolo Teatro Studio Melato da martedì 13, punterei su Nella solitudine dei campi di cotone, il testo che ha dato la notorietà a Bernard-Marie Koltès e che in Italia non si vede da qualche anno: lo propone da lunedì 12 all’Out Off Roberto Trifirò, un attore-regista intelligente e curioso. Terrei anche in considerazione La domanda della regina, un testo insolito dello scienziato Guido Chiarotti e del drammaturgo Giuseppe Manfridi sugli alti e bassi dei mercati finanziari, al Franco Parenti da martedì 13 con la regia di Piero Maccarinelli.