Parte il 15 ottobre con una prima nazionale firmata da Wim Vandekeybus, la stagione di danza del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara, da sempre tra le più raffinate e stimolanti. Leit motive dell’anno: il Giappone .
Il Giappone da un lato, il Belgio fiammingo, con uno sguardo a ritroso, dall’altro. In mezzo una nuova attesa produzione italiana e altre curiosità. La stagione di danza 2014-15 del Teatro Comunale Claudio Abbado di Ferrara si sintetizza così, confermando di essere, pur nell’inevitabile contingenza economica, una delle più sofisticate e intriganti.
Si comincia il 15 ottobre con il ritorno di Wim Vandekeybus, che proprio grazie alla residenza artistica ferrarese negli anni ’90 presentò in Italia alcuni suoi importanti lavori. Per la sua nuova visita Vandekeybus ci propone una perlustrazione dell’altra parte della luna: ovvero una indagine sul nostro lato oscuro, realizzata attraverso il linguaggio polidisciplinare che da sempre lo caratterizza, intitotalata Talk to Demon.
Del Giappone, paese elusivo, misterioso e pieno di spunti anche in ambito coreografico, la stagione ferrarese mette a confronto il talento coreografico cesellato di un linguaggio contemporaneo raffinatissimo di Saburo Teshigawara, qui in Landscape con la magnifica Ryohko Sato con due esponenti della danza butoh, la danzatrice Sayoko Onishi, chiamata a interpretare, in collaborazione con la compagnia Dulcamarateatro, una piéce intitolata Mishima l’angelo del nulla e i grandi Sankaj Juku, in esclusiva nazionale, con Utsushi di Ushio Agamatsu.
Il Focus Japan prevede una serie di eventi collaterali (tra cui l’ indispensabile degustazione di té) e soprattutto approfondimenti a cura di studiosi come Francesca Pedroni e la Professoressa Eugenia Casini Ropa, grazie all’impegno della quale l’Università di Bologna ha avuto il privilegio di ricevere a suo tempo da Kazuo Ohno l’intero suo archivio; insieme a questi incontri un’appendice sarà dedicata alla figura di Mishima e alla cultura in Giappone alla fine del Novecento.
Molta curiosità e attesa, nell’ambito delle nuove produzioni italiane, suscita Il Lago dei Cigni che Fabrizio Monteverde ha creato per il Balletto di Roma e il Comunale ospita in prima assoluta il 14 e 15 novembre. Una rilettura che parte dal mito incarnato dall’iconica creatura e riflette sul tempo che passa, la difficoltà di essere danzatori, l’irraggiungibilità della perfezione, con un occhio anche al teatro di Cecov e al suo Canto del Cigno.
Il ferrarese Collettivo Cinetico ripropone il progetto vincitore del Contest romano Ripensando Cage, ‘Age’, e nell’ultimo segmento della prima parte della stagione arriva anche Terramara di Abbondanza/Bertoni nel remake nato nell’ambito del progetto di recupero del repertorio contemporaneo italiano, Ric.Ci, oltre a due serate come d’abitudine lasciate agli artisti emergenti.
Il secondo segmento della stagione, più tradizionale, vede comunque sempre proposte accurate e stimolanti: la Giselle di Eugenio Scigliano per Balletto di Toscana Junior, Romeo and Julieta Tango di Naturalis Labor, i Ballet Jazz de Montreal con un dittico firmato Foniadakis- Marshall e la chiusura con il teatro acrobatico di Cie 111.
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