Sipario

Dentro la Riforma. Gigi Cristoforetti: “Bene innovare. Ma la qualità dov’è?”

Dopo l’intervento iniziale di Renato Palazzi e i contributi di Elio De Capitani e Marco Martinelli, ecco il parere del direttore di TorinoDanza. Il Decreto ha il merito di rompere una situazione di stallo, afferma Cristoforetti, ma settori “disagiati” come la danza e i giovani gruppi, come faranno se conta solo la forza dei “numeri”?Puntata 4

Il Decreto del Mibact nasce con un merito inaudito: l’obiettivo di innovare, creare spazi, rompere lo status cristallizzato. Succede grazie alla volontà di qualche dirigente e allo scompaginarsi delle lobbies tradizionali, che ci mettono un po’ a comprendere in che direzione rivolgersi stavolta. Per un attimo non ci si ricorda neppure se bisogna difendere il circo degli animali o gli animali del circo… Questioni semantiche , rispetto alle quali le nuove generazioni della politica non ricevono in tempo istruzioni. Molti risultati sono acquisiti, qualche cliente abituale si troverà con il benservito.

Dunque, tutto procede bene, tranne la comprensione del merito di molte norme e la loro traduzione informatica; però siamo anche un po’ arrugginiti, noi operatori, disabituati a dover pensare. Ma è l’applicazione concreta del decreto che rischia di diventare un problema, per il semplice motivo che la qualità non conta abbastanza, anzi poco, anzi quasi non conta. È colpa dell’Agis, si sente dire, si è impuntata. Allora ha deciso l’Agis? Quindi noi operatori. Quindi a noi non frega nulla della qualità. Va tutto bene, eravamo abituati. Assumiamo però questa responsabilità anche su di noi e sulle nostre svariate sedi di rappresentanza.

Resta da capire come faranno davvero nuovi soggetti ad affacciarsi sulla scena, in particolare nei settori disagiati: per danza e circo è questo il “sine qua non”. La precondizione per superare programmazioni superficiali oppure deliberatamente di nicchia, e produzioni con 5 o 6 repliche in tutto. Ma anche per i giovani gruppi la qualità è un dettaglio, conta la forza dei numeri, che non possono ancora avere. In pratica: prima dovevano trovare risorse, magari assumersi un po’ tra loro per avere giornate lavorative, e poi fare domanda. E se un soggetto tradizionale (un teatro nazionale o un Tric), con la forza dei numeri, volesse fare un nuovo progetto, magari anche affidandolo a un giovane, o a qualcuno di competente? Non può, è spesso incompatibile. Fatta la legge, troveremo l’inganno? Sono ottimista.

Fine Puntata 4
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