Robinson

Robinson, tu quoque?

Compagnia Mk presenta la nuova creazione ispirata alle avventure del celebre naufrago, mentre Umberto Orsini ritorna sulle tracce di Pirandello con “Il giuoco delle parti”. L’argentino Alfredo Arias fa suo il teatro partenopeo di Viviani, mentre il giovane Giuseppe Isgrò affronta in “American Blues” il tema del fallimento con Tennessee Williams. Prosegue a Milano la rassegna “Apache” con Fagarazzi & ZuffellatoRenato Palazzi

Robinson è la nuova creazione coreografica di una compagnia di danza molto innovativa, MK: è ispirata al classico romanzo di avventure Robinson Crusoe, nato tre secoli fa dalla penna di Daniel Defoe, rivisto però attraverso la moderna riscrittura di Michel Tournier, Venerdì o il limbo del Pacifico, dove la storia del naufrago diventa metafora dell’incontro con l’altro da sé come condizione fondamentale per la scoperta della propria identità. Lo spettacolo è in scena in prima nazionale da venerdì 7 a domenica 9 al Teatro Argentina di Roma (nella foto di Luca Trevisani, un momento dello spettacolo. N.d.T.).

Non si può certo dire che Umberto Orsini sia tipo da fermarsi alla prima lettura di un testo. Il giuoco delle parti di Pirandello lo aveva affrontato anni fa con la regia di Lavia, che individuava nel protagonista, il raziocinante Leone Gala, una vena di latente omosessualità. Ora Orsini, tornando a quell’opera con una sua neonata compagnia, per la regia di Roberto Valerio, si interroga sull’equilibrio mentale di Gala, e fa delle ipotesi su ciò che può esserne stato di lui dopo che ha mandato il rivale a morire al suo posto in duello. Il debutto martedì 11 al Teatro Eliseo di Roma.

Circo equestre Sgueglia è stato, nel 1922, il primo testo in tre atti scritto da Raffaele Viviani, una tipica espressione del mondo agro e pittoresco dell’autore-attore napoletano, fra prosa e musica, fra commedia e melodramma: è una storia d’amore fra poveracci, artisti di uno scalcagnato circo di periferia. Lo ha allestito un regista a sua volta appassionato delle forme di spettacolo minore e popolare, del circo, del varietà, l’argentino Alfredo Arias. La sua messinscena, che ha debuttato lo scorso giugno al Napoli Teatro Festival, è da martedì 11 al teatro Carignano di Torino.

Giuseppe Isgrò è un regista trentaquattrenne sulla cresta dell’onda, apprezzato per gli spettacoli che realizza col suo gruppo “Phoebe Zeitgeist”: da martedì 11 presenta all’Elfo Puccini di Milano American Blues, tre brevi testi di Tennessee Williams incentrati sul tema comune del fallimento, del venir meno di illusioni e speranze che caratterizza il destino dei personaggi. È interessante la scelta di affrontare l’autore americano attraverso un genere ormai poco praticato come l’atto unico. Ne sono protagonisti Elena Russo Arman, Margherita Ortolani, Fabio Paroni.

Prosegue, al Teatro Litta di Milano, la programmazione di “Apache”, rassegna-osservatorio sulle realtà della nuova scena contemporanea, a cura di Matteo Torterolo: da giovedì 13 arriva una delle formazioni più interessanti del panorama italiano odierno, il duo di performer Fagarazzi & Zuffellato con HEAVEnEVER: è uno spettacolo ispirato al tema della vana  ricerca di utopistici paradisi artificiali, al desiderio di uno stato di benessere inseguito tanto nelle sostanze psicotrope quanto nella fallimentare creazione di improbabili isole ideali.

Robinson, tu quoque?


Un commento su “Robinson, tu quoque?

  1. mi dispiace troppo non essere a Milano x stupirmi ancora con le tue meraviglie, grande Giuseppe Isgrò! ogni volta è un’emozione nuova, un imparare qc, e quando non riesco a venire cerco le tue cose in rete, ma non è lo stesso.. grazie e tienimi sempre aggiornata, che se siamo in Italy CORRO.. sarà un successo. paola