Dewey Dell, "Marzo"

Dewy Dell a Dro per “SkillBuilding”

“Marzo”, l’ultima creazione della compagnia fondata dai giovani Castellucci ed Eugenio Resta, approda al Festival di Dro e chiude un’edizione dedicata alla messa in circolo delle competenzeAndrea Falcone

Il Festival Drodesera, giunto alla 34.ma edizione, riflette su se stesso, all’insegna dello “SkillBuilding”, l’individuazione di nuove competenze, a partire dall’esame dei propri punti di forza o debolezza.

Così, nella programmazione, guadagna spazio la sezione di “LiveWorks”, il concorso che premia nuove autorialità a cavallo tra performance e arti visive, inaugura un Club nella “Forgia”, per ospitare concerti e dj-set, mentre nella parte di danza e teatro si confermano le scelte fatte negli anni dal Festival, con il gruppo di compagnie che rappresenta il progetto di Fies, la sua linea di pensiero, l’immagine forte che infonde la comunicazione.

Tra i risultati di questa progettualità, allo specchio dello “SkillBuilding”, ci sono ritratti (e autoritratti) in forma spettacolare, progetti di indagine artistica e antropologica sul territorio, lavori in cui le autorialità all’interno dei collettivi sono messe alla prova, a partire da nuove assunzioni di responsabilità o da inedite collaborazioni registiche.

Questo è il caso di Dewey Dell, compagnia di punta della danza italiana, chiamata con forza crescente sulla scena internazionale. Per Marzo, creazione del 2013 coprodotta dallo Steirischer Herbst di Graz e dal BUDA Kunstencentrum insieme a Centrale Fies, l’originale team creativo composto dalla coreografa Teodora Castellucci con la sorella Agata, danzatrice e assistente alla coreografia, dal light designer Eugenio Resta e dal compositore Demetrio Castellucci, ha cercato un confronto con l’artista visivo Yuichi Yokoyama e il drammaturgo Kuro Tanino, entrambi giapponesi.

Giovanissimi, i quattro di Cesena hanno già mostrato la loro maestria nella realizzazione d’imprese creative complesse, prediligendo allestimenti estremi, curatissimi e stridenti nella concomitante esuberanza di ambiente sonoro, impianto visivo e movimento. Sfruttando questa nuova collaborazione, in Marzo, si sono avvicinati al genere vasto e scivoloso del racconto per immagini, fonte inesauribile di manifestazioni artistiche nella tradizione nipponica, dal teatro antico al moderno brand design, con mille diramazioni nella produzione di manga, anime, videogame.

Tutti questi riferimenti emergono in un pezzo in cui la consueta forza espressiva del gruppo (le luci che tagliano e definiscono scenari impressionanti e astratti, i movimenti rapidi e reiterati dei performer, le linee spezzate dei corpi, gli insistenti scontri tra i personaggi, la sottolineatura musicale di percussioni e bassi) si combina con una scelta narrativa che dovrebbe raccordare le diverse parti della scena ma che di fatto ne limita le possibilità d’interpretazione, rendendo quella stessa ricchezza di segni eccessiva, ridondante rispetto a un messaggio che comunque arriva, messo nero su bianco da un testo.

In certi momenti, anche la musica si riduce a effetto sonoro dell’azione, mero accompagnamento di scene danzate da grandi pupazzi in contrappunto alla vicenda dei tre personaggi principali. Tra questi – un guerriero ferito, una viaggiatrice smarrita, un amante violento – emerge Enrico Ticconi, danzatore formato alla “Stoa. Scuola di movimento ritmico e filosofia” di Claudia Castellucci. La sua figura, quintessenza dello sportivo, eroe individualista con tuta imbottita e casco, si muove con nitidezza, ritmo e precisione, sulla partitura più concentrata e astratta (forse la parte migliore della scrittura coreografica) affidata al suo personaggio. Momenti di forte impatto drammatico non mancano, con improvvise pose statiche sciolte in duetti e terzetti dal ritmo forsennato, eppure lo scorrere della performance appare fin troppo disteso, aderente al tono epico e rarefatto della storia raccontata da voci narranti e proiettata oltre il fondale.

In sostanza, Marzo appare come un’importante esperimento per la compagnia, che combina l’ansia espressiva degli esordi, la fame d’immagini, il gusto per l’allestimento, con la volontà di aprirsi a nuove collaborazioni. Allo stesso tempo, questa disposizione all’accoglienza, al dialogo, richiede attenzione, per non ridurre la varietà dei segni e dei mezzi artistici a una semplice addizione. L’arte è un campo strano, non sempre sommando elementi di valore si ottiene un risultato maggiore.

Lo stesso si può dire tornando al contesto di “Skillbuilding” in cui il lavoro è stato presentato: appare giusta ogni celebrazione della collaborazione tra artisti, della reciproca preparazione e del contatto; altrettanto importante, però, sarebbe il tutelare e il favorire l’unicità, l’eccentricità dei percorsi e delle pratiche, l’irriducibilità del pensiero artistico a un discorso comune, univoco, identitario. Questo, oggi in Italia, avviene molto meno.

Visto alla Centrale Elettrica di Fies, Dro (TN) nell’ambito della 34° edizione di Drodesera Festival

Marzo
new creation 2013
concept: Dewey Dell (ITA) / Agata, Demetrio, Teodora Castellucci, Eugenio Resta
assistant director: Kuro Tanino (JP)
costume design: Yuichi Yokoyama (JP)
with: Agata Castellucci, Teodora Castellucci, Eugenio Resta, Enrico Ticconi
choreography: Teodora Castellucci
original music: Black Fanfare / Demetrio Castellucci
light and set design: Eugenio Resta
costume realisation: Fly-Inflate, Giovanna Amoroso e Istvan Zimmermann/Plastikart, Atelier Pietro Longhi
set realisation: Fly-Inflate, Vito Matera
production: Dewey Dell
co-production: Steirischer Herbst/Graz, BUDA Kunstencentrum/Kortrijk for NEXT International Festival, Centrale Fies/Dro
with the support of Tanzfabrik Berlin and University of Zagreb – Student Centre Zagreb – Culture of Change (within APAP – Advancing Performing Arts Projects)
thanks to Schaubuhne Lindenfels/Leipzig

TAG: Fies Factory, Drodesera, SkillBuilding, LiveWorks, Dewey Dell, Marzo, Steirischer Herbst Graz, BUDA Kunstencentrum, Teodora Castellucci, Agata Castellucci, Eugenio Resta, Demetrio Castellucci, Yuichi Yokoyama, Kuro Tanino, Enrico Ticconi,