Gabriele Lavia apre la stagione del Carignano di Torino con “Vita di Galileo”, lo spettacolo che oltre 50 anni fa lo determinò a intraprendere la carriera di attore. Gianfranco Berardi, che ha fatto della sua cecità una forma d’espressione artistica, è in scena con Gabriella Casolari a Bologna. In diversi spazi di Piacenza si apre il festival di teatro contemporaneo “L’altra scena”. Due ritorni da non perdere a Milano: “Odyssey” di Bob Wilson e “Donna non rieducabile” di Massini – Renato Palazzi
Gianfranco Berardi è un attore-autore non vedente che, della propria limitazione sensoriale, ha fatto un elemento di ulteriore intensità del suo teatro e una potente risorsa metaforica. Da venerdì 2, con la sua compagna di scena Gabriella Casolari, presenta all’Arena del Sole di Bologna il suo nuovo spettacolo La prima, la migliore, ispirato al romanzo di Erich Maria Remarque Niente di nuovo sul fronte occidentale e dedicato alle lacerazioni, alle convulsioni epocali che determinarono la carneficina della Prima Guerra Mondiale, assunte a emblema di tanti conflitti del mondo d’oggi. Dal 13 al 18 lo spettacolo sarà inserito nel programma del festival “Vie” di Modena.
Lunedì 5 a “L’altra scena”, un festival di teatro contemporaneo che si svolge in diversi spazi di Piacenza, arriva Aure, un bellissimo spettacolo di qualche anno fa del Teatro Persona, ispirato a figure e atmosfere della Recherche di Proust. Fra gli altri titoli in programma, Piccoli suicidi in ottava rima dei Sacchi di Sabbia, Io sono. Solo. Amleto di e con Marco Cacciolla, Angelo della gravità di Massimo Sgorbani diretto e interpretato da Leonardo Lidi, Invidiatemi come io ho invidiato voi di Tindaro Granata, La lettera con Paolo Nani e infine la prima nazionale del Cavaliere inesistente, dal romanzo di Italo Calvino, con la regia di Fabrizio Montecchi e le “ombre” del Teatro Gioco Vita.
La Vita di Galileo di Bertolt Brecht è il dramma del rapporto fra scienza e potere, fra scienza e morale. Lo spettacolo che ne ricavò Giorgio Strehler, nel 1963, al Piccolo di Milano, costituì uno dei culmini assoluti del lavoro brechtiano in Italia, e uno dei risultati artistici più alti del regista triestino. Gabriele Lavia (foto), allora ventenne, ne rimase a tal punto colpito da decidere proprio dopo averlo visto di intraprendere la carriera di attore. La sua messinscena, a più di cinquant’anni di distanza, debutta martedì 6 al Teatro Carignano di Torino, in co-produzione fra lo Stabile e la Fondazione Toscana Teatro. Fra gli interpreti, accanto a lui la figlia Lucia e Francesca Ciocchetti.
Pochi giorni dopo il successo di Letter to a man, Milano si accosta ancora all’ingegno creativo di Bob Wilson: da martedì 6 torna al Teatro Strehler, dove era stato trionfalmente presentato nell’aprile del 2013, Odyssey, il suo travolgente allestimento del poema omerico, realizzato con attori greci su una riscrittura moderna del poeta inglese Simon Armitage. Per il regista texano le avventure marine di Ulisse diventano l’occasione per uno straordinario gioco fantastico, un fuoco di fila di invenzioni a ruota libera, di visioni, di apparizioni sorprendenti, tre ore di mostri, prodigi, effetti speciali, le sirene, il Ciclope, il drago Scilla. Magari non una lettura profondissima, ma un divertimento da non perdere.
Mercoledì 7 all’Out Off di Milano va in scena Donna non rieducabile, il “memorandum teatrale” su Anna Politkovskaja che Stefano Massini scrisse alcuni fa ricostruendo i reportage dalla Cecenia e le coraggiose prese di posizione per i diritti umani della giornalista russa, barbaramente assassinata nel 2006. A presentarlo, nel nono anniversario della morte, è un’attrice brava e sensibile, Elena Arvigo, che in questa stagione legherà buona parte della propria attività alla sala milanese. A firmare la regia è Rosario Tedesco, già eccellente attore di Latella.