Jan Fabre, una tragedia non-stop

Il regista e coreografo torna a realizzare spettacoli di lunghezza inusitata. In scena a Roma, dove debutta anche il dramma di Arthur Miller “Il prezzo”, con un cast di assoluto rilievo. A Milano, Giorgio Sangati ha portato a termine il lavoro di Luca Ronconi, “Le donne gelose” di Goldoni, mentre a Pistoia ritorna “L’apparenza inganna” di Bernhard/Tiezzi, con Sandro Lombardi e Massimo Verdastro. Ancora a Roma, infine, per “Psicosi delle 4:48” di Sarah Kane, interpretato da Micaela EsdraRenato Palazzi

Jan Fabre torna a quella sua abitudine di realizzare spettacoli interminabili che l’aveva reso celebre all’inizio della carriera: da sabato 17 a domenica 18 il regista-coreografo belga presenta al Teatro Argentina, per il festival Romaeuropa, Mount Olympus – To glorify the cult of tragedy / 24 h (foto), uno spettacolo che inizia il pomeriggio alle 19 e termina alla stessa ora del giorno dopo: è un viaggio fra personaggi e suggestioni della tragedia, dagli eroi della guerra di Troia a Medea, Antigone, Edipo, Elettra, in cui i testi originali sono riscritti e contaminati con nuove storie da Fabre in collaborazione con l’autore e sceneggiatore Jeroen Olyslaegers, in un continuo intrecciarsi di musica, danza, recitazione.

Martedì 20, sempre al Teatro Argentina di Roma, va in scena in prima nazionale un testo fra i meno conosciuti di Arthur Miller, Il prezzo, con due protagonisti d’eccezione, Umberto Orsini e Massimo Popolizio, che firma anche la regia. Accanto a loro, altri due interpreti di spicco, Alvia Reale ed Elia Schilton. Attraverso la vicenda di due fratelli che si ritrovano, anni dopo la morte del padre, per vendere i mobili e gli oggetti del suo appartamento, la pièce rappresenta un’America ancora segnata dalle conseguenze della grande crisi del ’29, dominata da un sistema economico duro e spietato, in cui l’incubo della perdita del benessere – tema caro a Miller – si riflette sugli affetti e sui rapporti famigliari.

Le donne gelose di Goldoni è lo spettacolo che Luca Ronconi avrebbe dovuto realizzare dopo la Lehman Trilogy. Il lavoro preparatorio svolto dal regista, rimasto in sospeso alla sua morte, è stato ripreso e portato a termine da un giovane assistente, Giorgio Sangati, che la scorsa estate ha diretto a Venezia un’altra opera goldoniana, l’Arlecchino servitore di due padroni. Le donne gelose, il primo testo interamente scritto dall’autore in un dialetto piuttosto impervio, proposto con traduzione simultanea, è una commedia anomala, cupa, dura, con lampi di ferocia nel ritrarre una società in piena decadenza. Fra gli interpreti dello spettacolo, in programma da giovedì 22 al Teatro Studio, Sandra Toffolatti, Paolo Pierobon, Valentina Picello, Marta Richeldi.

Al Teatro Manzoni di Pistoia torna alla ribalta da giovedì 22, in una nuova versione riveduta e corretta, L’apparenza inganna di Thomas Bernhard nella bella e inquietante messinscena firmata da Federico Tiezzi una quindicina d’anni fa, premio Ubu per la miglior regia nel 2000, protagonisti Sandro Lombardi e Massimo Verdastro. L’azione, ambientata nelle case di due fratelli che si rendono visita a vicenda due volte alla settimana – e basata su un non-detto, su una scomoda verità sempre elusa: perché la moglie dell’uno, morendo, ha lasciato la sua casa del weekend in eredità all’altro – si svolge davvero in due diverse stanze, dove il pubblico è ammesso a stretto contatto con gli attori.

Giovedì 22, al Teatro Palladium di Roma, debutta anche la Psicosi delle 4.48 di Sarah Kane nell’interpretazione di Micaela Esdra sotto la direzione di Walter Pagliaro. Un testo teatrale che non è un vero testo teatrale, ma una discesa negli abissi della mente, un sanguinante grido di rabbia e di dolore, voci sganciate da una precisa identità, senza struttura e senza forma, affidate a un’attrice dal talento prorompente che ingaggia un aspro corpo a corpo col puro nucleo di emozioni  dell’autrice, morta suicida poco dopo averne terminato la scrittura.